Come sta Pogorelich? E’ questa la domanda che da qualche anno corre via web tra gli estimatori (e detrattori) del pianista croato. Dalla morte della moglie Aliza Kezeradze, avvenuta nel 1996, Ivo Pogorelich non si è mai completamente ripreso, sia psicologicamente che artisticamente. Ecco, quindi, le voci di una “condizione tecnica totalmente periclitante” attribuita ad “un disturbo mentale molto pronunciato”. E c’è chi è arrivato a parlare di “decadenza esibita in modo impudico.”
La domanda aleggiava anche tra gli spettatori più consapevoli dell’Auditorium della “Cittadella dei Giovani” di Aosta dove Pogorelich si è esibito il giorno di Capodanno 2010, eseguendo, con l’orchestra “Sinfonica” della Valle d’Aosta, il “Concerto n.1 in si bemolle minore op.23” di Ciajkovskij.
Scelta coraggiosa, perché rimandava alla famosa registrazione del 1985 con Claudio Abbado alla testa della London Symphony Orchestra (in precedenza aveva detto di no a Karajan perchè «pretendeva che suonassi Ciajkovskij come una balalaika»).
All’epoca era il (D)Ivo tutto genio e sregolatezza che finalizzava l’appassionata discorsività del suo pianismo all’”esaltazione degli applausi del pubblico”. Cosa c’era di meglio, quindi, che calarsi negli scatti eroici e nel fascino delle melodie avvolgenti del concerto? Per di più in compagnia di un partner, come Abbado, che seppe solleticarne il virtuosismo mettendolo in competizione con un’orchestra altrettanto sfaccettata e protagonista.
Venticinque anni dopo il coraggio è sembrato immutato, ma, inevitabilmente, l’atletismo che il concerto richiede non era lo stesso, per cui di “sassolini sulla tastiera” (come Arthur Rubinstein ribattezzava gli errori) Pogorelich ne ha trovati parecchi, aggravati, tra l’altro, da problemi di accordatura del piano.
Se ciò ha fatto storcere il naso agli addetti ai lavori più intransigenti, gli altri si sono, invece, lasciati coinvolgere dal suo senso del racconto fatto di padronanza delle proporzioni formali e delle gamme timbriche (dai possenti accordi iniziali ai sussurri più intimi che ha cesellato con la stessa cura con cui disegna, per hobby, gioielli).
Un (rediv)Ivo Pogorelich, dunque, senza più le eleganti certezze di qualche anno fa ma con la dubbiosa profondità di chi conosce gli abissi. Avvalorando quelli che sul web confessano di “preferire la contemplazione della Rovina di un Grande all’ascolto della Disonestà di un Mediocre”.
Pogorelich non sta bene. Non è stato bene e la ripresa è lunga, non ne ho idea e francamente questo attiene molto più al gossip. Quanto alla musica i puristi non avranno nemmeno apprezzato il mephisto waltz di quest’estate immagino. Però a gennaio come ad agosto io ho assistito a due esecuzioni sconvolgenti per l’astrazione, la perfetta consapevolezza del suono, della forma destrutturata, dei rapporti timbrici, in una parola: musica. Al di là dei sassolini sulla tastiera e dell’indecoroso pianoforte fornito, per non parlare della sala e… vabbé sul resto meglio rimandare la discussione. La maturità musicale, anche nella follia, non può però definirsi rovina.
La penso come te, e spero che si capisca. Ho riportato la frase finale sulla “rovina” proprio per sottolineare come la diversità, e l’astrazione musicale inevitabilmente lo è, non possa essere apprezzata dai mediocri organici ed integrati al sistema che non sanno cos’è il piacere (e il rischio) della libera avventura dell’Arte. Se ci capiterà di incontrarci ti parlerò delle critiche feroci ricevute dai cosiddetti “addetti ai lavori” locali. Mi ha perfino stupito risentire Pogorelich ad Aosta, dove, secondo qualcuno, dopo l’esibizione di agosto non avrebbe “più rimesso piede”.
Ivo Pogorelich è un GRANDE!!! E’ anche una persona, perchè non si può pensare che anche un grande pianista possa avere dei suoi problemi?! Come li abbiamo tutti? E’ stato malato non si può capire questo? Perchè commentare la vita privata di una persona e metterla in ridicolo? Ma voi fate musica come la fai lui? Perdonatemi ma io non l’ho mai trovato strano ho sempre solo pensato che è una persona che soffre e sono solidale con lui perchè anche io ho sofferto tanto. Limitatevi a criticare la musica se volete ma lasciate in pace le persone e la loro intimità. Ah!, è inutile che lasciate commenti su di me perchè non ritornerò mai più su questo sito. Siate consapevoli che ANCHE voi potreste diventare come dite che è lui.
I am quite certain that whatever ills assail Ivo Pogorelich he is neither insane nor a ‘ruin’ of his past self. I read interviews with him in the European press where he spoke clearly and succinctly about his musical and philosophical development since the death of first wife. His music is really different from that of his younger years but is it necessarily worse? It seems to me that he is more profound now, less given to stellar keyboard effects. What were the reactions of those of you who have heard him in Aosta in August and recently?
just this!…
” After all the jacks are in their boxes
and the clowns have all gone to bed
You can hear happiness staggering on down the street
footsteps dressed in red
And the wind whispers Mary
A broom is drearily sweeping
up the broken pieces of yesterdays life
Somewhere a queen is weeping
Somewhere a king has no wife
And the wind, it cries Mary
The traffic lights, they turn, blue tomorrow
and shine their emptiness down on my bed
The tiny island sags down stream
‘cause the life that lived is,
is dead
And the wind screams Mary
Will the wind ever remember
the names it has blow in the past?
And with this crutch, its old age, and its wisdom
it whispers no, this will be the last
And the wind cries Mary”
(Jimy Hendrix – Planet Earth ca. 1965 )
Pogorelich è un grande artista. La sua crisi è complicata, ma possiede una grande dignità di interprete. Dei sassolini sulla tastiera non me ne frega niente. E non dovrebbe essere una prerogativa per definire e giudicare un interprete. Occorre “sentire” altre cose, che fanno parte del carisma che ognuno di noi ha più o meno pronunciato. Pogorelich è carismatico, come pochi lo sanno essere. Alcuni suoi suoni che è in grado di produrre alla tastiera sono profondi, abissali e pieni di vero. Complimenti a questo grande pianista.
POGORELICH E’ IL PRINCIPE DEL PIANOFORTE.
CONSIGLIO DI ASCOLTARLO NEI QUADRI DI UN ESPOSIZIONE; IL VECCHIO CASTELLO E’ SUPERBO.
E’ VERO HA DINAMICHE SPESSO “ECCENTRICHE” MA DEVO DIRE CHE LA RICERCA DEL SUONO PERFETTO E’ NOTEVOLE.
PECCATO CHE FACCIA ORMAI POCHI CONCERTI IN ITALIA .
C’è qualcuno, per favore, che conosce le date dei prossimi concerti di Pogorelich in Italia (dopo quello del 23 aprile a Parma)?
Grazie molte
Taormina 13 Agosto, suone tutto Chopin, nella splendida cornice del teatro antico
grande Ivo
Thank you for your response Pier, and the descriptive Hendrix poem! I am reluctantly coming over to your point of view regarding poor Pogorelich. This March while appearing in Israel he went on stage in his gym clothes, insulted the audience and seemed unstable on his feet. Next day in Tel Aviv he was again in his running gear, obviously unstable, and shouted at the audience to keep quiet or else… Many of his admirers were very upset and swore that he was obviously mentally unstable. His playing was apparently nothing like his younger years but just as psychotic as his behaviour and appearance. What a pity! Does anyone know what drove him to insanity and why is he still performing when so obviously unfit? What a loss to music lovers everywhere!
Pogorelich e’ un pianista CROATO.
Si e’ sempre dichiarato cosi’, perche lo e’. Uno dei genitori e’ serbo, ma lui non si e’ mai sentito ne dichiarato serbo. QUINDI CROATO.
Grazie della correzione
Io non so leggere neppure le note musicali ma quello che mi fa provare pogorelich sopratutto quando Mozart non me lo fa provare pressocché nessuno. Io ascolto quasi esclusivamente Mozart ma Pogorelich mi fa mare anche altri grandi musicisti.