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Musica valdostana

Il folk “ricercato” dei LARIPIONPION

L’or de la montagne”, appena pubblicato dal gruppo valdostano “Laripiopion”, è un Cd di folk molto ricercato, dedicato ad un personaggio che nell’Ottocento fu anch’esso molto “ricercato”. Trattavasi di Joseph-Samuel Farinet, falsario e contrabbandiere di Saint-Rhémy en Bosses, ricordato come il “Robin Hood delle Alpi” perché paladino della resistenza contro l’arroganza del potere. «A sua imitazione– scrivono nella copertina del Cd- ci vogliamo fuori da ogni vincolo musicale, ai lati di ogni polemica, liberi di regalare l’oro di questa musica valdostana che appartiene a tutti.» Che siano semplici parole lo dimostrano le mille copie del precedente Cd, “Soldats de la neige”, regalate in occasione della Foire de Saint Ours 2009. Un gesto velatamente polemico verso una situazione della musica tradizionale valdostana piuttosto “bloccata”. «Nel 1912– affermano- nasceva il primo chansonnier valdôtain. Immediatamente sul giornale “Le Val d’Aoste” appariva un articolo intitolato “Une pubblication déporable” perché ¾ delle canzoni erano francesi e non valdostane. Tutto questo mentre si rumoreggiava sulla opportunità o meno di accogliere “Montagnes pyrénéennes(valdôtaine)” come canto valdostano. E’ passato un secolo ma siamo sempre lì.» Dopo cinque anni passati a proporre ”brani inediti o impolverati” della musica tradizionale valdostana e savoiarda, frutto del certosino lavoro di ricerca del multistrumentista Cesare Marguerettaz, in questo cd il gruppo si cimenta in brani popolari stranoti in Valle (da “La desarpa” a “Le prisonnier”, da “Lo campagnar” a “De bon mateun”, dal cui ritornello hanno preso il nome), tutti, però, personalizzati da arrangiamenti arcaici ed essenziali in cui spicca la bella voce di Daniela Gavinelli (cantante lirica che suona violino e mandolino). Lei e Marguerettaz sono i direttori artistici di un gruppo che comprende anche Iseddin Edy Letey (percussioni) e Loris Capitanio (armonica e banjo a sei corde). «La nostra musica è semplice ma non facile- precisano- il miglior complimento che c’è stato fatto è che sembra un Cd istintivo. In realtà gli arrangiamenti sono stati molto studiati, privilegiando l’uso della seconda voce in sesta, del bordone e di sequenze ripetitive che con la loro semplicità, non banale, toccano corde del nostro intimo troppo spesso zittite dal chiasso quotidiano.» La loro musica ha colpito anche la giuria della decima edizione della rassegna “Musica nelle aie”, svoltasi dal 7 al 9 maggio a Castel Rainero sulla collina di Faenza, che li ha premiati perché “veri portatori di una tradizione antica e al tempo stesso poco nota”.

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