Il quadro si intitola “Sogni”, ma nello sguardo di Elena Vecchi, la ragazza che vi è raffigurata, c’è dell’altro. Sogni? Forse, ma di quelli senza speranza, o, addirittura, svaniti. Sicuramente si percepisce un’intimità insolita con il pittore, Vittorio Matteo Corcos. La differenza d’età, lei 23 anni lui già 38, svanisce nell’espressione complice di un volto di donna che riflette l’autunno di una passione che trascolora nei dubbi e nel rimpianto. Dalla sua Corcos ha il fascino irresistibile dell’artista di successo. Nel 1880, quando lavorava a Parigi, lo avevano definito «il mago che rende belle tutte le donne che posano per lui». Loro accorrevano felici di apparire belle anche se non lo erano, vedendo, grazie a quel mago, realizzati sulla tela i loro sogni.
Elena non aveva bisogno che Vittorio la facesse “apparire” più bella di quanto già era, lei voleva “essere” felice con quell’uomo cui, segretamente, aveva donato il fiore prezioso della sua adolescenza. Suo padre Augusto, ex ufficiale di Marina e scrittore (con lo pseudonimo di Jack La Bolina) di opere ispirate alla vita marinara, le aveva più volte raccontato come fa il nocchiero a non perdere la testa quando si trova in gran tempesta. Ma i suoi consigli niente potevano contro il tumulto che Elena aveva dentro. Né, tantomeno, avevano potuto evitare il naufragio dei suoi sogni nello scontro fatale con Emma Ciabatti. Trentacinquenne, donna di raffinata cultura stimata da poeti come Pascoli e Carducci, ma, soprattutto, moglie di Corcos…
Il ritratto di questa donna, Elena Vecchi, credo sia uno dei più bei volti dell’800, pari se non superiore alla bellezza delle donne di Giovanni Boldini.
Penso tu abbia ragione, Edoardo.
Se sei o capiti a Roma vallo a vedere al Museo d’Arte Moderna, è emozionante.
Non esiste nessuna certezza che Elena sia stata legata affettivamente a Corcos, come tu fai intuire dal tuo articolo.
EV
Il post è una lettura romanzata che ho fatto del quadro basandomi su dati reali.
Effettivamente non c’è nessuna certezza che lo sia stata, me neanche che non lo sia stata
Grazie dell’attenzione