“Bentornati ad Aosta”. Sabato sera a gridarlo per primo è stato Marcello Giglio, ma l’applauso che è seguito ha confermato come avesse dato voce al pensiero dei duecento che hanno assistito al concerto dei “Kymera” della Cittadella di Aosta. Parenti, amici, ma, anche, nuovi fans di Davide Dugros e Simone Giglio. Tutti entusiasti per i reduci dai trionfi di “X Factor 4” che erano arrivati alla Cittadella intorno alle 18.30, marcati a uomo dalla troupe del talent show, per un incontro con i mass media nel corso del quale hanno risposto alle domande, ma ne hanno anche fatte. Perché dopo due mesi di “prigionia” nel loft milanese è inevitabile una perdita di contatto con la realtà esterna del tipo “sindrome del minatore cileno”. «A parte il concerto con Ruggeri e uno spettacolo di Fiorello, dove siamo andati senza telecamere, questa è la prima volta che usciamo.- hanno confessato- Nel loft c’è una bella atmosfera, ma non abbiamo alcun rapporto con
l’esterno. Il contatto stretto fa venir fuori gli istinti delle persone, e c’è anche chi è impazzito dopo qualche settimana. Alla fine ti fai mille viaggi mentali.» Chissà quanti ve ne sarete fatti dopo il ballottaggio con Dorina? «E’ stato un lampo di cui quasi non ci siamo resi conto, ma che abbiamo superato perché convinti nei nostri mezzi. Probabilmente avevamo bisogno di una scossa per capire che dovevamo cantare le cose giuste per noi e non per Ruggeri, che ha un background diverso. Se ti mascheri di qualcosa in cui non credi non sei credibile, anche perché il pubblico ha delle aspettative nei nostri confronti che bisogna rispettare. Con Enrico abbiamo incanalato l’energia negativa di quella sera per capire qual’era la strada giusta e la stiamo percorrendo.» Rientra in quest’ottica “21 Guns” dei Green Day che interpreterete martedì sera?
«L’ha scelta il pubblico. Tra le canzoni proposte avremmo preferito “Earth Song” di Michael Jackson, ma probabilmente hanno voluto vedere come ci avviciniamo ad un brano pop-rock. L’abbiamo, comunque, fatta nostra arrangiandola con altri elementi, anche scenici. Crediamo che il pubblico abbia ormai capito chi siamo ed abbiafiducia in come affrontiamo le canzoni. L’importante è non tradire completamente le sue aspettative, perché se cambi improvvisamente rotta c’è chi rimane destabilizzato.» Nessun problema hanno, naturalmente, avuto con il pubblico della Cittadella, a cui hanno proposto uno spettacolo diviso in tre quadri (uno gotico, uno ambientato nel deserto ed uno magico) caratterizzati da cambi di costume e studiati movimenti coreografici. La scaletta, che comprendeva 16 pezzi, si è aperta con “Polvere”(“Via la polvere dai pensieri”, recitava uno dei tanti striscioni appesi dal fan club) e conclusa con la loro “Custode dei Sogni”. «Facendo gli scongiuri, se arriviamo in finale vorremmo fare un nostro brano. Abbiamo avuto un incontro con la Sony che ci fatto sentire dei brani di altri autori. Alle case discografiche non sempre interessa la novità perché non sanno se può vendere. Speriamo che anche grazie al sostegno di Ruggeri, le cose possano cambiare. Dire, poi, chi vincerà “X Factor” è come dire chi vince al Superenalotto. Le variabili sono le stesse e, come si è visto, non vale il criterio di chi canta meglio.»