In 65 anni di carriera l’attrice Adriana Innocenti ha fatto un po’ di tutto. Da ballerina “con tre sole farfalline addosso” negli spettacoli di Wanda Osiris al teatro in napoletano con Eduardo De Filippo, alla parte maschile ne “Il calapranzi” di Pinter, dal doppiaggio della Gallina Tric Trac. Mai, però, le era capitato di dover essere una chitarra, come è avvenuto il 4 e 5 marzo al Salone Ducale del Municipio di Aosta per “I viaggi di Donna Simplicio”.
Il monologo musicale di Maria Paola Colombo narra, infatti, la vita e le avventure della pregiata chitarra costruita nel 1938, a Barcellona, dal celebre liutaio Miguel Simplicio, che, dopo varie peripezie, è approdata nelle mani del chitarrista valdostano Gilbert Impérial che se ne è “innamorato pazzamente”. E’ lui che, dopo averla portata con sè in lungo e largo per il mondo (dal Giappone al Sud America), ha voluto che la Colombo la “umanizzasse” facendole narrare vita e avventure svoltesi tra la Spagna, dove la chitarra è nata, Argentina, Uruguay ed Italia. Ne è venuto fuori “I viaggi di Donna Simplicio” in cui ad interpretare, anzi ad “essere” la chitarra è stata l’ottantacinquenne attrice Innocenti, uno dei mostri sacri del teatro italiano. Perfetta a renderne entusiasmi e malinconie, il buio dell’abbandono e della malattia a causa dellʼumidità del clima uruguayano e la luce della rinascita grazie al restauro del liutaio Gabriele Lodi.
La sua voce narrante, fattasi chitarra, ha trovato le giuste corde (è proprio il caso di dirlo) per dialogare con la voce dello strumento stesso, che, suonato da Impérial, ne ha riempito le pause con musiche di Albeniz, de Falla, Tarrega, Gardel e Benjamin Britten. Per finire con una trascrizione di “Montagnes Valdôtaines”, a sottolineare il nuovo cuore valdostano che nel monologo ha saputo farsi voce di una ballata semplice ed intensa come la vita.
«Maria Paola scrive da Dio.- ha commentato la Innocenti- Sono pazzamente entusiasta di questo lavoro che spero di portare in giro quest’estate. Più che interpretarla, io “sono” la chitarra, e, per riuscirci ho parlato con liutai, chitarristi e gente che ha scritto libri.» E’ l’ennesimo esempio dell’esplosivo cocktail di entusiasmo e professionalità che ha fatto di questa ottantacinquenne forlivese uno dei mostri sacri del teatro italiano. «Non chiamatemi, però, attrice.- ha puntualizzato- Senza peccare di presunzione sono un’artista. Nel lavoro, nella vita e in cucina, dove faccio la pasta in casa e dei sughi stupendi. L’etichetta che mi hanno dato di “caratterista” è giusta perché tutte le parti sono un carattere. Alla spettatrice che una sera, al termine de “Il pianto della madonna” di Jacopone da Todi, mi disse: “mi sembrava proprio la madonna”, risposi: “Signora vuol venirmi a vedere quando faccio la parte della puttana?”»
E’ uno dei tanti aneddoti di una carriera strepitosa raccontata nella biografia “A piedi nudi nel teatro”. «Per far carriera ho sempre camminato coi piedi nudi, senza scarpe.- ha spiegato- Mi possono aver fatto del male, ma me ne sono fregata e i miei piedi non si sono rovinati.» Da 56 anni al suo fianco cammina l’attore Piero Nuti, con il quale, dal 1999, lavora nell’ambito della compagnia “Torino Spettacoli”. «Ci siamo sposati solo tre anni fa e la nostra storia ha ispirato a Domenico Modugno “L’anniversario”, la canzone in cui canta della “libertà d’amarti senza essere obbligato”. Mimmo esordì con me e Franco Parenti ne «Il Diluvio» di Betti, non era molto bravo a recitare, ma che personalità!»
“I viaggi di Donna Simplicio” era inserito nella rassegna “Concerts d’hiver” organizzata dall’associazione “Notations” con il sostegno finanziario dell’Assessorato regionale all’Istruzione e Cultura.