La musica di confine, che sempre più spesso caratterizza la rassegna “Concerts d’Hiver” (organizzata dall’Associazione culturale Notations) , non poteva avere esempio migliore del trentatreenne pianista biellese Andrea Manzoni che il 24 febbraio si è esibito nel Salone Ducale del municipio di Aosta con il contrabbassista Luca Curcio.
«Sono un pianista crossover– si definisce, infatti, Manzoni- perché ho suonato classica, pop, rock e jazz. Anche il disco che ho presentato ad Aosta, pur avendo ricevuto le cinque stelle sulla rivista “Jazz’N’More”, non è un lavoro jazz in senso puro, quanto, piuttosto, contaminato da generi differenti che raccontano la mia storia, descrivendo chi sono e da dove vengo.»
“Quantum discord”, questo il titolo del cd, è stato pubblicato lo scorso anno per l’etichetta svizzera Altrisuoni, e nel titolo echeggia concetti di fisica quantistica che evocano la ricerca di un mondo musicale diverso partendo dagli universi paralleli dei tre musicisti che lo hanno registrato. «Luca viene dalla musica punk-rock e il batterista Ruben Bellavia dalla musica classica. Entrambi, però, sono, come me, approdati al jazz che, seppur influenzato da generi diversi, costituisce l’elemento che ci accomuna.»
Il risultato è un mix eclettico in cui ballads liriche come “32Days” e “Lorem Ipsum” si alternano a tiratissimi brani con ritmiche rock, drum’n’bass e jungle come “Synaptic disconnections”, “Last trip” e “Sanctorum”.
Nella parte centrale del cd Manzoni si ritaglia, poi, uno spazio solistico con le “Nightmoth Variation” in cui ha portato il concetto della variazione classica in ambito jazz. Nel concerto di Aosta c’è stato spazio anche per rivisitazioni di “My favourite things” e “Word Up” dei Cameo e nuovi brani (che faranno parte del nuovo cd che il trio registrerà a settembre) in cui si è notata una interessante ricerca timbrica grazie al ricorso ad effetti inusuali del piano. Un musicista pieno di sorprese e talento, Manzoni, da tenere attentamente d’occhio.