Non c’è bisogno di volare in Mississippi, al celebre incrocio (“Crossroads”) tra le Highway 49 e 61, nei pressi di Clarksdale, per catturare l’anima del blues. Basta andare molto più vicino: a Genova, dove è nato (il 15 novembre 1960) e vive il chitarrista Paolo Bonfanti.
Anche lui, nella sua “O Gh’è’n Piaxei”, ha cantato (in genovese) di un “incroxio”, ma, soprattutto, anche lui, senza bisogno di vendersi l’anima al diavolo, suona il blues (e non solo quello) in modo sublime.
Non a caso, nel 2005, il sito specializzato francese bluesfeelings.com lo ha giudicato secondo miglior artista blues europeo. A riprova del suo valore sta, poi, la sfilza di prestigiose collaborazioni, che, accanto ai grandi italiani, annovera il sassofonista Dick Heckstall-Smith (già con Colosseum e John Mayall) e Roy Rogers (produttore di John Lee Hooker).
Quest’ultimo è presente con la sua chitarra slide proprio in “O Gh’è’n Piaxei”, uno dei pezzi di “Canzoni di schiena”, il primo cd di Bonfanti in italiano. «Il blues in sé ha detto tutto quello che doveva dire.- ha spiegato– Adesso si tratta di adattarlo alle proprie esperienze, in modo da trovare una ricetta nuova per riproporlo. In due pezzi del cd canto, addirittura, in genovese, anche perché, grazie alle sue numerose parole tronche, è più facile adattarlo alla metrica blues. “O Gh’è’n Piaxe!”, in particolare, è nato quasi per scherzo, provando a tradurre in genovese, su un ragtime suonato con un’accordatura di open D, alcuni versi di blues famosi, da Blind Lemon Jefferson a Blind Willie Johnson, da Robert Johnson a Muddy Waters.»
E’ un caso che in Italia siano state due città di mare come Genova e Napoli ad esprimere il meglio dei musicisti blues? «Sono accomunate dall’avere un porto che ha facilitato il mischiarsi di diverse etnie. Nel dopoguerra, poi, sono stati i marinai americani a portare in Italia il blues ed il jazz. In comune hanno, infine, quel guardare alle proprie radici con un po’ di malinconia che è una delle tante chiavi per spiegare il blues.»
O GH’E’ ‘N PIAXEI (C’è un favore)
C’è un favore, bella, che ti voglio chiedere
fai in modo che la mia tomba sia mantenuta ben pulita
Se esco da questo macello qui non torno più
il fango è salito e copre già il sole
Di aspettare a quest’incrocio mi sta passando la voglia
a farmi inzuppare dall’acqua e mordere il culo dal gelo
Stamattina presto il diavolo è venuto a cercarmi
ha bussato alla porta e mi ha detto che è ora di andare
Non c’è inferno, bella, e nemmeno il paradiso
che cosa c’è di là non lo sappiamo proprio
Ieri è passato, bella, domani è più vicino
prendo i miei stracci e me ne vado