Il batterista aostano Beppe Magri è morto a quarant’anni nel giorno di San Valentino 1999. La sua ultima volontà è stata che nella bara lo seguissero le sue bacchette, a testimonianza di una grande passione durata trent’anni.
Il colpo di fulmine per la batteria era, infatti, scoccato a sei anni con le prime rullate sullo strumento del padre, batterista anche lui, che troneggiava nel salone di casa. A parte qualche lezione impartitagli da Luciano “Tatina” Bodria, la sua scuola era stata il “Mont Blanc”, storico locale da ballo aostano, sotto il cui palco si piazzava da bambino per rubare il mestiere ai batteristi di passaggio.
Era stato lì che nei primi anni ‘70 aveva ascoltato i “Collage” di Lello Gallini. «Ci suonava un bravo batterista di Chatillon,detto Pa-Paolo perché balbettava. – ricordava- Quando è andato via sono entrato io. Ho dovuto superare però un provino, ero talmente giovane che mi accompagnò mio padre. Facevamo un genere che stava tra i New Trolls e la PFM, ma suonavamo anche pezzi nostri. A Lello debbo molto sia professionalmente che dal lato umano. Era bello dentro ed era il migliore a suonare la chitarra: aveva una Gibson De Luxe dorata che parlava. Abbiamo dovuto smettere allorquando il suo cuore non ce l’ha fatta più. Quando nel 1976 è morto, per pagargli la lapide e la bara ho organizzato un grande concerto al “Moog” (attuale “Divina”) ».
Dopo esperienze in altri gruppetti ed un’intensa attività di disc-jockey in vari locali della Valle, la sua vita aveva avuto un colpo d’ala grazie ai “Macho Camacho”. Fondato nell’autunno 1986 con Paolo Passanante, il gruppo l’anno successivo si stabilizzò nella formazione a tre con Carlo Enrietti alla chitarra. La “robusta macchina ritmica” di Magri contribuì non poco all’affermazione del loro rock-reggae “à la Police”, insaporito da un ironico linguaggio anglo-ispano-italiano.
L’avventura dei “Macho” si concluse nell’estate 1991, dopo che nel gennaio 1988 erano comparsi su RAI Tre nel programma “Jeans” condotto da Fabio Fazio e nel 1989 il loro Q-disc “El Presidente” era stato distribuito dalla RCA. «Abbiamo smesso quando è finito il feeling.- ci aveva confessato Beppe- Eravamo mediocri musicisti, però abbiamo fatto molto perché eravamo un vero gruppo. Ci sono rimasto male».
La sua ultima gioia era stata, infatti, tornare a percuotere i tamburi a fianco di Enrietti e Passanante in occasione di un’episodica reunion dei “Macho” avvenuta il 26 novembre 1998 all’“Help” di Sarre. «Se qualcuno mi vuole intervistare- si era schernito- vuol dire proprio che sono diventato vecchio». E’ morto invece giovane, come il suo amico Lello Gallini, prima che sorgesse il sole di una domenica di Carnevale piena di coriandoli ed allegria.
Al “Concert pour l’Autonomie” del 2001 Carlo Enrietti lo ricordò con questa nostalgica ballata
CICCIO BOMBA RE DI SPAGNA (Testo e musica di Carlo Enrietti)
Dietro quella batteria
Quella pacca della cassa
E’ il più forte che ci sia
Ciccio bomba re di Spagna
Lui con tutti quei capelli
La sua testa si vedeva
E noialtri poverelli
Ciccio bomba re di Spagna
Non si cura della ciccia
Quando è l’ora della pizza
La sua è quella con salsiccia
Ciccio bomba re di Spagna
Ha la testa molto dura
Ha saltato quella panca
Quattro punti di sutura
Ciccio bomba re di Spagna
Col denaro è un lazzarone
Con lui è meglio non fidarsi
Ho imparato la lezione
Ciccio bomba re di Spagna
E’ finito chissà dove
Ha sognato la Ferrari
Si è impegnato nelle prove
Ciccio bomba re di Spagna
Sempre quella sigaretta
Quella bestia nei polmoni
Sì, sarebbe una disdetta
Ciccio bomba re di Spagna
Non è lì che l’ha colpito
Senza tanti complimenti
Guarda come è dimagrito
**
La sua vita a precipizio
Non è certo un gran finale
Ora è magro come un chiodo
Entra ed esce all’ospedale
Ciccio bomba re di Spagna
Ma si può ancora suonare
Il suo orgoglio e la sua forza
Lo fan sempre più lottare
[FINALE]
Ciccio bomba re di Spagna
Quando piove non si bagna
Dopo la sua gran battaglia
Sta tranquillo e non si lagna