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ROCK & BLUES

PINO “Highlander” SCOTTO: “Come dice mia madre: il più sano c’ha la rogna.”

1 SCOTTO Pino 87_6389409854944312259_n1 Pino Scotto e Lemmy Kilmister IMG_8788Sul palco dello stadio Puchoz, per la penultima serata dell’Aosta Sound Fest, il 28 giugno è arrivata un’icona del rock italiano: Pino Scotto.

Il sessantacinquenne cantautore campano ha alle spalle oltre trentacinque anni di carriera iniziata come frontman dei Vanadium, storica heavy rock band con cui realizzò otto album.

«Finita quell’esperienza– ha spiegato prima del concerto- ho scoperto la libertà di scrivere, collaborare, cantare e suonare con chiunque. Negli anni ho, così collaborato con Club Dogo, Modena City Ramblers, J-Ax, Edoardo Bennato e Caparezza

Tra i suoi amici stranieri spicca, invece, il bassista inglese Lemmy Kilmister, leader dei Motörhead coi quali Pino si è esibito il 24 giugno all’ippodromo di San Siro. «Abbiamo spaccato.- racconta- Nel 1985 ci avevo già fatto un tour coi Vanadium, ma questa volta non l’ho trovato bene. Lui avrà pure alle spalle una vita di eccessi, ma anche io non ho scherzato, al punto che mi chiamano Highlander. Se sono ancora qui è perchè c’ho un bucio di culo che se lo metto fuori dalla finestra le aquile ci fanno il nido.»

1 SCOTTO Pino 7_4366911688932534370_nSul palco milanese era con Pino la band con cui si è esibito al Puchoz: Steve Volta alla chitarra, Dario Bucca al basso e Marco Di Salvia batteria. Tra i brani in scaletta quelli di “Vuoti di memoria”, il cd pubblicato ad aprile in cui ha fatto un viaggio nella memoria nell’ultimo mezzo secolo di cantautorato italiano (da Rascel a Battiato) e musica rock anglo-americana (con, in più, due inediti).

Ma non ce l’avevi con le cover band? «Ce l’ho con le cover band tristi che fanno Cimabue (storpia così il nome di Ligabue, che non stima: n.d.r.), Vasco Rossi, e, addirittura, Modà e Max Pezzali. Ma ti rendi conto? La mia, invece, è un’operazione culturale per permettere alle nuove generazioni di ascoltare e conoscere canzoni che si sono un po’ perse

Scotto è anche impegnato nel sociale (con il progetto “Rainbow Projects”) e da anni conduce su Rock TV la trasmissione “Database”, nel corso della quale sono frequenti sue esternazioni su argomenti di attualità, che, per il linguaggio molto colorito, divengono, poi, video cult su YouTube. «Pino Scotto è uguale quando fa musica, nei suoi testi, quando urla e si incazza perché ci metto sempre passione. Quest’inverno ho fatto un tour con Nat Peterson, un bassista americano che ha suonato con Clapton e John Lee Hooker ma si emoziona anche quando suona sul palchettino di un club. Col cazzo che Vasco e Cimabue avrebbero le palle di tornare a suonare nei club, magari davanti a 50 persone. A loro interessa solo la visibilità. Ma la cosa peggiore è che alla gente non gliene fotte niente perché la massa è come loro. Come dice mia madre: il più sano c’ha la rogna

Le foto di Aosta Sound Fest sono di MANUEL MONTEGRANDI

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