A due anni dalla pubblicazione dell’omonimo cd, si può veramente dire che, per L’Orage, quella 2014 è stata una “bella estate”. Anzi bellissima, visto che la quarantina di concerti in giro per l’Italia ne hanno confermato una popolarità in inarrestabile ascesa.
Da Lugano ad Alcamo, dal NegroFestival salernitano al Popularia salentino, dal Collisioni Festival di Barolo al Folkest di Spilimbergo, dall’Arezzo Wave Festival al CarroPonte di Sesto San Giovanni (MI).
Un tour, quasi senza pause, che non ha precedenti tra i musicisti valdostani e, in periodo di crisi, pochi eguali anche tra colleghi più rinomati. «Ad eccezione di Sardegna, Trentino, Calabria e Basilicata abbiamo suonato in tutte le regioni d’Italia.- spiega il team leader Alberto Visconti- E ovunque la reazione del pubblico è stata entusiasmante, con tantissima gente che sotto il palco cantava le canzoni con noi. In molti, tra l’altro, hanno così sentito parlare della Valle, e, affascinati dalla nostra musica, pensano alla nostra regione come ad un posto estremamente affascinante. E’ un‘ulteriore conferma che abbiamo fatto bene a sottolineare le nostre radici e valorizzare le nostre professionalità, perché tutti ci invidiano il suono che riescono a garantirci fonici come Enrico Fumasoli e Marco Zaffuto.»
Per i sette ragazzi il tour è stato anche occasione per approfondire la conoscenza di un’Italia che, sotto il sudario della crisi economica, nasconde immense ricchezze umane, culturali e, perché no?, enogastronomiche. Hai notato differenze tra Nord e Sud? «La differenza è, piuttosto, tra la provincia, dove siamo andati fortissimo, e le città, dove, invece, la gente è un po’ più annoiata. In ogni caso, oltre a rinvigorirci sul palco e fuori, questo tour ci ha permesso di prendere coscienza di chi sono le persone a cui parliamo con la nostra musica.» Potresti fare un identikit dei vostri fans? «Sono persone in bilico tra l’amore per la canzone d’autore ed il folk. Gente molto attenta, fuori dalle mode, che pensa con la propria testa.»
L’ottima vendita di cd durante il tour è stato un ulteriore incoraggiamento a mettersi a lavorare al nuovo cd che dovrebbe essere pubblicato in primavera. «Vogliamo fare un disco fortissimo, da suonare dal vivo la prossima estate.- continua Alberto- Perché non vediamo l’ora di ripartire. Ci è piaciuta la vita on the road, e, confesso, che, personalmente, io ho raggiunto la pace dei sensi.»
Pensate di fare l’ulteriore passo mediatico e commerciale che vi permetta di arrivare alla popolarità di massa. «Questo tour ci ha fatto capire che abbiamo un pubblico meraviglioso che ci ama e ci segue in virtù della nostra diversità. Per cui se non ci siamo mai piegati alle richieste di omologazione, adesso lo faremo ancor meno. Ci sono un paio di notizie importanti che non posso ancora dare, ma ti assicuro che del prossimo disco si parlerà, e tanto. Probabilmente andremo in televisione, ma l’importante è che siano loro a inseguirci e non viceversa.»
Come vedi, dopo questa esperienza, la scena musicale valdostana? «E’ fortissima e continua a farci da stimolo. Ci sono punte di eccellenza che si fanno valere a livello nazionale come Naif Herin e Francesco-C, bisognerebbe, però, fare più sistema, come gli addetti ai lavori hanno fatto in Puglia, con “Puglia Sounds”, sfruttando i finanziamenti del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. In Valle, per gli artisti locali, dal Palazzo sono spesso venute solo briciole, come se si trattasse di un’opera di assistenza sociale, mentre tantissimi soldi sono andati ad artisti di una scena nazionale di cui anche noi ora facciamo parte. A dimostrazione che bisognerebbe aiutare a crescere gli artisti locali che molto hanno fatto per la musica in questi anni, invece di massacrarli come è stato fatto con iniziative vincenti come Etétrad e Celtica.»
L’ORAGE sono: Rémy Boniface (violino, organetto diatonico, ghironda), Vincent Boniface (sax soprano, clarinetto, cornamuse, flauti dritti, organetto diatonico, voce), Florian Bua (batteria), Memo Crestani (chitarra acustica e elettrica, oud, mandolino), Ricky Murray (percussioni), Stefano Trieste (basso) e Alberto Visconti (voce, chitarra).