La fine dell’anno è, tradizionalmente, tempo di oroscopi. E di bilanci, che, quando, però, sono basati su sondaggi, hanno lo stesso aleatorio valore degli oroscopi. Specie se si affidano ai social network, che, per l’umoralità delle “non-persone” (come le ha definite McLuhan) che li popolano, esprimono l’opinione di gente che, spesso e volentieri, un’opinione non ce l’ha.
Ne è un esempio “Vota l’album valdostano dell’anno”, il sondaggio indetto, per il secondo anno, da Rai VdA, che è finalizzato ad una trasmissione radiofonica, dal titolo “Un anno di musica in Valle d’Aosta“, che andrà in onda il 3 gennaio, alle 9.35, su Radio 1.
La richiesta di giudicare “migliore” un album comporta, infatti, necessariamente che se ne sia ascoltato almeno qualche altro, cosa che candidamente hanno confessato di non avere fatto diversi votanti nelle due pagine Facebook che raccolgono i voti (quella ufficiale di RaiVdA e quello specifica dell’evento).
Quel che è peggio, però, è che sorgono forti dubbi che alcuni votanti abbiano ascoltato anche solo il disco votato. Per chi è abituato ai pigri “mi piace” di Facebook, è, ormai, troppa fatica prendere un cd, metterlo in un lettore, stare qualche minuto ad ascoltarlo con attenzione ed esprimere un giudizio articolato.
In ogni caso, se, veramente fosse successo, evidentemente i cd di Macho Camacho e The Sidh si vendono come il pane, viste le centinaia di voti che si sono tumultuosamente riversati sui loro lavori, facendoli schizzare nettamente in testa alla classifica provvisoria del sondaggio (la sera del 30 dicembre i The Sidh erano in testa con oltre 200 voti).
Lo spirito giusto per partecipare al referendum, spiegano gli organizzatori, è, in realtà, quello del gioco. Anche per questo finisce che a contare è, sicuramente, più l’appeal, più o meno spontaneo, sui social network che la qualità della musica o, addirittura, la popolarità (giova ricordare che nel contest dello scorso anno, pur partecipando, non vinsero cd come “L’età dell’oro” de L’Orage e “Black Strawberry Mama” dei Nandha).
Dispiace, per esempio, vedere nelle posizioni di rincalzo gli Autoscatto, ma era, tutto sommato, prevedibile visto il rifiuto della falsità dei social cantato nella canzone “Social Clockwork”.
L’aberrazione del meccanismo del sondaggio è stata colta dallo stesso Federico Melato, che pure coi suoi The Sidh è il papabile vincitore. «Difficile dare un risultato finale semplicemente chiedendo ai propri amici di votare il proprio disco.- ha scritto, meritoriamente, su Facebook- Spero che il prossimo anno ci sara’ una giuria che potra’ dare un giudizio tecnico oggettivo dei prodotti proposti.”
Visto che li ho ascoltati quasi tutti, fornisco di seguito qualche cenno informativo su cosa si sta giudicando. Includendo anche cd usciti nel 2014 non inseriti nella lista acclusa alla pagina FB del referendum.
MACHO CAMACHO- Adelante Muchacho.The Demo Tapes
Vedi link al mio post MACHO CAMACHO ARE BACK
THE SIDH-NITRO E’ “celtic modern music”, in cui la cornamusa ed i flauti dell‘italo-scozzese Iain Alexander Marr riconducono indubbiamente alla musica celtica, da cui lui e Federico Melato (tastiere e percussioni) sono partiti. Matrice che, però, ormai si intreccia inestricabilmente con la ritmica danzereccia creata dal bassista Michael Subet e dal chitarrista bergamasco Salvatore Pagliaro.
AUTOSCATTO- VIA DEL PARADISO GRANDE Sono quattro veterani del rock valdostano, che, varcata la soglia dei quaranta, si sono rimessi in gioco con entusiasmo. Dopo vari cambi di formazioni e traversie, la band è riuscita a mettere a punto un bel cd con una dozzina di pezzi, nei quali sull’impianto new wave si inseriscono grintose e dissonanti sonorità del rock anni Novanta, con qualche spruzzata di psichedelia e reminiscenze di ritmi in levare.
TAMTANDO- SECTEUR 22 Ci sono, indubbiamente le percussioni, da cui il gruppo guidato da Marco Giovinazzo è partito 15 anni fa, ma sono più che mai poste al servizio di una musica dai colori cangianti, eseguita da validissimi strumentisti (con la punta di diamante del sax di Manuel Pramotton) ed in cui le voci sono grandi protagoniste.
NOIR-NOIR Dopo sperimentazioni varie, il trio formato dall’astigiano Adriano Redoglia (batteria) e dai valdostani Luca Moccia (basso e voce) e Matteo Mossoni (chitarra) è tornato alle origini punk , con pezzi tirati, senza troppi fronzoli. Il filo conduttore dei testi, in italiano, di Moccia è l’angoscia verso quello che si vive e si vorrebbe cercare di cambiare.
PHILIPPE MILLERET- Dzenta Vallaye Terzo cd del cantautore patoisant di Fenis che nelle 10 tracce del cd trasferisce l‘atmosfera festosa che da anni crea nei concerti in giro per la Valle. Tra queste tre cover di classici patoisant (“Dzenta Vallaye”, “Desarpa’n’roll” e una parodia di “Speedy Gonzales”), attualizzate con le coinvolgenti ritmiche country ska, rock’n’roll e reggae che caratterizzano i restanti brani originali. Novità è, anche, l’uso dell’italiano in due brani.
POL EN TINO- DA GRANDI Le caratteristiche ballate acustiche di Paolo Broglio e Gabriele Martinet sono questa volta rivestite da una strumentazione più articolata del precedente cd grazie al contributo del chitarrista Giorgio Pilon e della percussionista Maura Gorrè. I testi oscillano tra le speranze del mondo dell’infanzia e delle favole (con cui Gabriele, che fa l’educatore, è quotidianamente in contatto) e l’inquietudine di un’esistenza inquinata da problematici rapporti umani.
MOVIN K- “Parkin your butt (parcheggia il sedere)” Il titolo invita a fermarsi un attimo per ascoltare con attenzione la musica del gruppo guidato dal milanese, ma valdostano d’adozione, Francesco Epiro. Nei sei pezzi del cd, tutti scritti in inglese, il discorso esistenziale e spirituale si trasforma in una sorta di viaggio all’interno di sé stessi, nella propria oscurità per ritrovare la luce perduta. Le matrici musicali sono il grande rock inglese e certe forme di progressive.
SERGIO PUGNALIN-Longitude Nel cd il chitarrista che insegna all’Istituto Musicale di Aosta si è mosso in un tragitto geografico longitudinale, da cui il titolo del cd, a scoprire varietà e differenze, ma, anche, continui intrecci e rimandi tra Oriente e Occidente. Dalle canzoni old-time americane al valdostano “Valse de Cogne”.
LUCIANO “Tatina” BODRIA- OVER THE RAINBOW Nel cd si respira il disimpegnato divertimento pieno di swing che è sempre stata la filosofia musicale del settantacinquenne batterista aostano, passando da standards noti ad autori più contemporanei come Rusca, Steve Grossman e lo stesso Bodria, che esordisce come autore di tre brani. E’ con lui una all star di jazzisti come Mario Rusca (piano), Emilio Soana (tromba), Gabriele Comeglio (sax) e Marco Vaggi (contrabbasso).
CORO VERRES- “À la manière de Napoleon- Canti dell’epopea napoleonica in Valle d’Aosta” Due suites e tre brani (“Sur le pont d’Henri”, “Bonsoir mes amis” e “Déserteur”) che celebrano il mito di Napoleone, esaltando la brillantezza e potenza sonora del coro diretto da Albert Laniece.
LADY BARBARA & GUS BOEMIO- Piano Guitarbar vol. 2 Da anni la bella Barbara Matteucci ed il suo compagno Giuseppe Boemio calcano le scene dei piano-bar valdostani, affinando un mestiere che il questo cd prodotto in casa si esalta coniugando al meglio bravura e gusto.