Sognare un treno indica spesso un cambiamento. Umano, lavorativo, nelle relazioni sociali. Ma un cambiamento si può sognare anche viaggiando su un treno, com’è successo domenica 8 febbraio ai 48 valdostani che hanno aderito all’iniziativa “A pranzo in treno a Pré Saint Didier” ideata dal geometra aostano Massimo Acerbi dopo aver sfogliato il libro fotografico “La ferrovia “Aosta-Pré Saint Didier”, pubblicato nel 1988 da Giorgio Jano.
Nata come una gita per socializzare lontani dai social network, l’evento, grazie ai partecipanti, si è riempito di significati man mano che scorrevano i 31 chilometri che separano la stazione di Aosta (dove si è partiti alle 12.03) da quella di Prè Saint Didier.
A bordo c’era, per esempio, la nostalgia canaglia di alcuni ferrovieri che su quella tratta hanno lavorato una vita. Come il macchinista Alberto Baron, classe 1939. Il primo a guidare treni a diesel in Vallee, e dal 1971, quando è stata dismessa la linea elettrica, anche sulla Aosta – Prè Saint-Didier. Come, del resto, il suo coetaneo Gervaso Piller ed il più giovane Piero Martellozzo.
Alla linea elettrica vorrebbero si tornasse i rappresentanti di Valle Virtuosa, anche loro presenti, che, come il comitato “Salviamo la ferrovia Aosta- Pré Saint Didier”, si oppongono all’ipotesi regionale di smantellare il tratto, sostituendolo con un servizio di pullman elettrici con, a fianco, una pista ciclabile. «Rilanciare la ferrovia elettrificata che non inquina– ha spiegato Jeanne Cheillon– sarebbe un modo per rispettare l’ambiente, sfruttando, nell’interesse pubblico, le risorse elettriche di cui la Valle è ricca e che, invece, sono state preda delle speculazioni delle centraline idroelettriche private. Nel giugno 2012, a Courmayeur, avevamo aiutato a raccogliere firme perché si salvasse questa tratta, ed erano stati moltissimi i turisti che avevano firmato. Perché nel resto d’Italia è normale avere un treno che ti porti nelle località turistiche più belle, sia per ragioni economiche che per la comodità di non dover usare l’auto.»
Al discorso di Jeanne si collega una proposta lanciata da Arturo Castellani,memoria storica delle ferrovie in Valle (e non solo), anche lui presente. «Perché non fare della stazione di Prè Saint Didier un centro di smistamento del turismo nell’intera Valdigne?– ha detto- Ci sono gli spazi per ospitare un’agenzia turistica e altre strutture. Da qui potrebbero, poi, partire le navette con le quali portare i turisti in varie località della Valdigne.»
Si potrebbero, in questo modo, valorizzare anche attività lontane dai normali flussi turistici come la trattoria “La vecchia stazione” di Adriana Focaccia in cui il gruppo ha consumato il pranzo allietato dalla chitarra di Alberto Faccini. Quest’ultimo, maestro indiscusso nel disegnare treni a carboncino, ha anche regalato ai partecipanti i manifesti di alcune delle mostre fatte.
Sul treno c’erano, naturalmente, anche tanti fotografi. Alcuni affermati professionalmente come Luigi Sasdelli e Philippe Trossello. Sono di quest’ultimo le foto in bianco e nero del post, quelle a colori senza firma sono, invece, di Franco Lunghi, Maria Poletti, Jeanne Cheillon, Emma Ramolivaz e Cesara Pavone.