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Arte Valle d'Aosta

NEL VENTRE DELLA MONTAGNA di Andrea Salvetti al Rifugio Chaligne

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Nel ventre, un sogno, chiamato essere, essenza”. Queste parole di Alda Merini sintetizzano lo spirito del progetto “Nel ventre della montagna” ideato dal food performer lucchese Andrea Salvetti e realizzato ai 1943 metri del rifugio Chaligne grazie alla disponibilità dei coniugi Moira Henriet e Alessio Berthod, che la struttura gestiscono dal 2006.

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1 Nel ventre 11800604_807603616026793_7746190355936965150_nL’idea di Salvetti affonda nella notte dei tempi: dall’età neolitica molte popolazioni, dai Celti agli Etruschi, hanno, infatti, usato forni con la volta in terra cruda che, sfruttando l’incontro della terra con il fuoco, sono serviti a cuocere cibi o altri materiali.

Il 3 e 4 agosto l’artista ha, così, costruito, vicino al rifugio, un grande orcio alto 80 centimetri e largo 1 metro e 60 (che ricordava i dolium in cui i romani conservavamo cibi, olio e vino) con tanto di bocca e camino.

Ad aiutarlo, in un rituale a metà tra land art e performance, sono stati alcuni suoi amici artisti, tra cui, in particolare, il designer biellese Alessandro Ciffo che ha fatto da tramite tra lui ed i gestori del rifugio.

«Il progetto rientra nella mia filosofia che se l’arte fosse più fisica si metabolizzerebbe meglio.- ha spiegato Salvetti- Mi è piaciuta l’idea di mettere questa bolla sottoterra che adesso useremo come forno, ma che ricorda tanto il ventre materno, un rifugio caldo in cui vorrei venire a dormire. Perché, oltre ad essere “site specific”, realizzata in stretto rapporto con l’ambiente che ne diventa parte integrante in modo profondo e definitivo, l’opera, che abbiamo regalato al rifugio, è nata per essere condivisa da tutti senza preclusione.»

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1 Ventre 20610_10200849310431433_8122182198753714731_nIl 6 agosto, infine, l’evento è diventato comunitario  grazie a due grandi chef (il lucchese Damiano Donati, astro nascente tra i giovani chef italiani, e l’uruguayano Matias Perdomo, che ha portato alla stella Michelin l’osteria Pont de Ferr di Milano) che nel ventre hanno cucinato carne, ma, anche fontina e altri prodotti del territorio. Il tutto allietato dalla fisarmonica di Sandro Boniface e dai poeti del progetto “Leggere in vetta” di END Edizioni (Giulio Gasperini, Simone Torino, Rachele Milano e Mario Badino).

Perché “nel ventre,- continuava nella sua poesia Alda Merini- fantasia, o… chiamatela follia, vivere.”

L’evento è stato possibile grazie all’appassionato contributo dei gestori del rifugio e di AREV, Edy Bianquin, Bonne Vallée, Feudo San Maurizio, Cave Mont Blanc de Morgex et La Salle, Azienda Vitivinicola La Source, Salumificio Maison Bertolin e Distillerie Saint Roch.

Le foto non firmate sono di ANDREA SALVETTI e GIULIO GASPERINI

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