Quando, nel gennaio 1975, Francesco De Gregori pubblicò l’album “Rimmel” Remy Boniface aveva due mesi e gli altri de L’Orage non erano nemmeno nati.
Non furono, quindi, coinvolti a nessun titolo nel successo di un disco che alla fine dell’anno risultò il più venduto in Italia.
Dovette passare qualche anno perché l’adolescente Alberto Visconti ne consumasse la musicassetta. «Grazie al walkman fu la colonna sonora di molti viaggi tra Torino e Pré-Saint-Didier.– ricorda- Era magico, pieno di canzoni di pura meraviglia: da “Pezzi di vetro” a “Piccola mela”, da “Rimmel” a “Le storie di ieri”.»
Non poteva immaginare che quest’ultima canzone l’avrebbe interpretata sul palco dell’Arena di Verona, per l’evento “RIMMEL2015” nel corso del quale De Gregori ha eseguito integralmente il disco (insieme ad altri suoi successi) in occasione dei 40 anni dall’uscita.
E’ successo il 22 settembre, e L’Orage ha diviso il palco con artisti del calibro di Malika Ayane, Caparezza, Elisa, Ligabue, Checco Zalone, Fedez, Giuliano Sangiorgi, Fausto Leali e Ambrogio Sparagna.
Big al cui confronto non hanno per niente sfigurato. Anzi, visto che hanno saputo personalizzare al meglio una canzone, “Le storie di ieri”, importante della produzione del Principe. Originariamente scartata dalla RCA per l’album con in copertina “la pecora” fu, tra l’altro, registrata per prima nientepopodimenoche da Fabrizio De Andrè.
«E’ una canzone– ha commentato Vincent Boniface- che abbiamo inserito nel concerto sulla Resistenza che abbiamo portato in giro quest’estate. Mi ricorda mio nonno, che è stato partigiano, per cui dedico a lui questa serata.»
L’Orage l’hanno fatta talmente bene che nelle prove Francesco ha deciso che, a differenza degli altri brani, non ci fosse bisogno del suo intervento. E quando li ha presentati ha commentato: «Avete fatto una canzone che amo moltissimo». A sottolineare come i gioielli di famiglia si affidano alle persone di cui ci si fida, come aveva, del resto, dimostrato nel febbraio 2013 quando, al Palais Saint-Vincent, aveva accettato di cantare i suoi pezzi con loro.
«Quando ho cominciato a cantare mi è venuto il groppino.- ha raccontato Alberto Visconti- Ma perché avevo la camicia aperta, mica perché ero emozionato!»
Qualche motivo per esserlo l’aveva. Davanti, infatti, c’era la maestosa Arena di Verona strapiena in ogni ordine di posti per restituire in affetto tutto quello che De Gregori ha dato al pubblico ed alla canzone italiana in questi 40 anni.
Lui li ripagati con due ore e mezzo di musica senza cali di tensione (a parte qualche inconveniente tecnico), con le nove canzoni di “Rimmel” sparse tra classici degregoriani ed alcune hit di illustri ospiti (“Vieni a ballare in Puglia” di Caparezza ed “Il muro del suono” di un Ligabue apparso “scazzato”).
Con, nel bis finale, tutti sul palco per la “Buonanotte fiorellino” versione dylaniana, nel corso della quale quelli de L’Orage si sono distinti per verve e simpatia e, nell’ultima strofa, Visconti ha duettato col Principe nel verso “se per caso qualcuno lo trova lo può pure lasciare dov’è”.
Il benaugurante “buonanotte questa notte è per te” ha preannunciato la magica notte che, dopo il concerto, la band ha passato in Piazza Brà con una nutrita parte dei tanti fans valdostani arrivati a festeggiarli. Alcuni, provenienti dalla Valdigne, avevano portato uno striscione che inneggiava al loro “rock delle montagne”. Un’etichetta che comincia a stare stretta ad un gruppo che ha dimostrato di avere le carte in regola per affrontare le grandi platee.
«E’ una bella sensazione che avevo provato anche al Concertone del 1° maggio dello scorso anno.- ha concluso Visconti- Quando suoni con questi impianti audio e maxischermi il minimo gesto ti viene restituito col massimo della potenza. Anche dietro il palco c’era una bellissima atmosfera: nessuno dei big si è nascosto in camerino, e siamo stati tutti insieme e presi bene. Sono situazioni che ti portano a fare amicizia con persone simpaticissime come Elisa e Malika. Ti posso garantire che tutti i presenti hanno avuto un disco de L’Orage, e penso che presto avremo delle belle notizie da dare.»
