Una, la trentina Anna Lisa Guadagnini, attraverso la pittura e la fotografia indaga l’essere umano, il suo mistero di macchina viva e creatura poetica. L’altra, la valdostana Eugenia Mola di Larissé, negli anni ha fatto un percorso simile sul tema del cavallo. E proprio sull’amore per questo animale hanno trovato un punto in comune che le ha portato alla collaborazione sfociata nella mostra “Sospensione emotiva”, patrocinata dall’amministrazione comunale di Aosta, che le due hanno inaugurato il 5 dicembre nella Sala Comunale dell’Hôtel des Etats.
«Ci siamo conosciute a Milano– racconta Eugenia- tramite una comune amica che ha notato quante passioni in comune avessimo: l’Arte, i cavalli, la fotografia. Per di più anch’io sono nata dalle sue parti: a San Candido, in Alto Adige.»
E’ stato proprio cavalcando sull’altipiano del Nevegal che le è nata la passione per i cavalli. Arrivata nel 1972 ad Aosta, seguendo il padre diventato Comandante della Scuola Militare Alpina, ebbe da lui in regalo Danika, la prima di una serie di cavalli che ha accudito, cavalcato, addestrato, disegnato e fotografato. «Fin da ragazzina disegnavo cavallini sui diari e sui libri dei miei compagni. Finché un’amica mi ha detto: perché non fai una mostra?»
Era il 2000, e da allora l’evoluzione artistica della Mola di Larissé ha attraversato varie fasi: dal pastello gessato all’accostamento, grazie al digitale, dell’acquarello con la fotografia in grandi tavole in alluminio o vetrate. Di pari passo sono arrivati i riconoscimenti: dalle esposizioni a New York e Parigi al “Premio Lydia Tesio – Signore dell’Ippica” consegnatole, nel 2006, all’Ippodromo delle Capannelle di Roma. Unica vincitrice di una regione, la Valle d’Aosta, dove, incredibilmente, non aveva finora mai esposto.
Non aveva, del resto, neanche mai «contaminato» le sue opere con personaggi umani. «Siccome, però, gli uomini che dipinge Annalisa mi piacciono, le ho proposto di fare qualcosa assieme mischiando le nostre tecniche e i due mondi.» Sovrapponendo loro opere realizzate autonomamente sono nate le tre grandi stampe in digitale su carta di cotone, montate su supporti di dibond tenuti su da SpeedyBrick (gli innovativi mattone ideati da Flavio Lanese) che dominano l’esposizione.
Nella più grande, 180 x 80 cm, intitolata “Il branco”, si vede, per esempio, il disegno essenziale della valdostana, teso alla ricerca dell’anima del cavallo nei suoi movimenti più spontanei ed istintivi, fondersi con un coloratissimo acrilico della trentina che fissa l’urlo primordiale di un uomo. «E’ il selvaggio,che l’essere umano avrà sempre, che si incontra con la parte istintiva che è la caratteristica principale dell’animale», ha precisato la Guadagnini
Tecnicamente questo si esprime nelle graffiature e nei piccoli buchi che, per processo di sottrazione, intervengono sulle prime stesure dei suoi quadri, in cui colori acrilici accesi riempiono tratti decisi tracciati con carboncino. Nascono, così, i mutanti che caratterizzano gli altri cinque pannelli verticali presentati dall’artista trentina ad Aosta, e, non a caso, contrassegnati da titoli come “MCPH1”, “CD-K5RAP2” o “mRNA”.
Nelle cinque opere della Mola di Larissè, invece, carboncini, pastelli ed acquarello fanno emergere l’energia e la poesia di un animale, il cavallo, in grado di trascinare in una realtà parallela fatta di “leggerezza” e “sguardi rovesciati”. A patto di mettere a riposo mente, cuore, pensiero ed emozioni, abbandonandosi alla “sospensione emotiva” del titolo.
La mostra, ad ingresso gratuito, rimarrà aperta fino al 15 dicembre. Dal lunedì al venerdì con orario dalle 9 alle 13 e dalle 14-17 ed il sabato e la domenica dalle 11 alle 18.