Pubblicata nel 1847, “L’ombra” è una fiaba di Hans Christian Andersen che ha avuto meno fortuna di altre, come la coeva “La piccola fiammiferaia”, dell’autore danese. La trovata che la caratterizza, un filosofo che perde la sua ombra, la rese, infatti, poco adatta agli scaffali dei libri per ragazzi in cui i critici vittoriani inglesi relegavano le sue opere.
E’ diventata, invece,il punto di forza dello storytelling musicale “L’ombra e il suo doppio” che l’aostana Selene Framarin ha interpretato il 19 settembre al Castello Gamba di Chatillon, in occasione di Plaisirs de Culture en Vallée d’Aoste. Bravissima musicista, Selene è riuscita a sdoppiarsi per recitare il testo e suonare strumenti a fiato come il clarinetto e clarinetto basso, grazie all’uso di una loop station, una pedaliera che permette di riprodurre frasi musicali preregistrate. «Mi permette di interpretare i vari personaggi sovrapponendo loro paesaggi sonori frutto di “schegge musicali”,– ha spiegato- ma, anche, di dialogare con altre linee melodiche nell’interpretazione di vari brani.» Tra questi “Tre pezzi per clarinetto solo” di Stravinskij, “Suite per violoncello n. 3” di Bach, “Variazioni sulla Follia op.5” di Corelli, “Tango etude” di Piazzolla e “Variation III” di John Cage.
Da anni la musicista esplora le relazioni fra letteratura musicale e varie forme di teatro, realizzando spettacoli che si muovono fra suono, mimo e parola. Non a caso ha studiato teatro di movimento alla scuola Helikos di Firenze con Matteo Destro (che l’ha aiutata anche per questo lavoro). «Sono sempre più convinta della necessità di mascheramenti della Musica, perché, trasposta in universi poetici diversi, acquista tridimensionalità ed un respiro diverso.» La scelta de “L’ombra” è legata a suoi ricordi d’infanzia, ma, anche, anche ai significati simbolici di una storia in cui si annulla la distinzione tra soggetto e oggetto, tra verità e finzione. «Nei territori della fiaba ci sono archetipi in cui si possono riconoscere tante dinamiche del mondo in cui viviamo attualmente», osserva. Ne è un esempio la lezione che l’ombra, tornata dopo qualche anno a trovarlo, dà al filosofo. «Scrivo parlando del vero, del bello e del buono, ma a nessuno interessa sentire cose simili: sono proprio disperato, perché me la prendo tanto a cuore!», si lamenta quest’ultimo. «Io no!- risponde la sua ombra- Io ingrasso, e questo bisogna cercare di fare! Lei non sa vivere in questo mondo, e le andrà male per questo.»
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