Il cassotto è una parte interna che ovatta e rende più morbido il suono della fisarmonica. In particolare negli strumenti classici che usa il Trio in Cassotto, formato nel 2017 da tre giovani valdostani: Christian Cerisey di Etroubles, Jérémie Carrel di Arpuilles e Mathieu Grange di Morgex. L’agosto scorso hanno riscosso un buon successo nel corso di un minitour valdostano che ha toccato Etroubles, Gaby e Morgex. Nell’intento di esplorare le potenzialità della fisarmonica classica, emancipandola dalla comune visione di strumento folkloristico, hanno proposto un viaggio musicale attraverso i secoli, che spaziava da composizioni sei-settecentesche riadattate dal trio, fino a brani contemporanei ed originali. «Il trio di fisarmoniche è una formazione abbastanza rara,- ammette Grange- anche perché non c’è tantissimo repertorio per cui bisogna basarsi sulle trascrizioni disponibili.»
Ecco, quindi, che la scaletta era formata in gran parte di trascrizioni: da una triosonata di Vivaldi per due violini e clavicembalo a “The arrival of Queen of Sheba” di Haendel, da una Sonata per violino, viola e violoncello di Beethoven all’ouverture dell’Italiana in Algeri di Rossini (trascritta da Carrel). E, ancora, “Libertango” e “Oblivion” di Astor Piazzolla e “Por una cabeza” di Carlos Gardel. Originali per trio di fisarmoniche erano, invece, i brani di Luciano Fancelli, del polacco Motion Trio e “Delirium”, un tango scritto da Carrel.
La bravura dei tre è testimoniata dalla recente affermazione al concorso Fète de l’Accordèon di Villar Pellice, dove il 23 giugno scorso hanno vinto il primo premio con il punteggio di 96/100. E’ una conferma della bontà della scuola di Giorgio Dellarole, il virtuoso aostano con cui si sono diplomati (Cerisey), o hanno studiato o stanno studiando. «Grazie a lui il livello si è alzato di molto.– conclude Grange- Poi abbiamo fatto scelte diverse di formazione che ci hanno portato nel mio caso a Parma, alla master biennale triestina di Corrado Rojac per Cerisey ed a Torino per Carrel. Non è facile, quindi, trovarci per le prove che facciamo durante le feste e le vacanze estive.»
