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Cantautori

Il concerto intimo di MAHMOOD a Courmayeur

«E’ un concerto molto intimo, mi sembra di essere in salotto. Voi a Natale tutto bene, raga?» In effetti nel grande Sport Center di Courmayeur, ad assistere al concerto di Alessandro Mahmoud, in arte Mahmood, la sera del 29 dicembre c’erano solo (almeno per lui) trecento spettatori. Colpa soprattutto di quel Covid che gli ha fatto rimandare alla primavera 2022 le date di novembre e dicembre del tour nei club italiani e nelle principali città europee. Covid che gli ha messo fuori uso il chitarrista Francesco Fugazza e una corista. «Ogni giorno c’è qualcuno che mi telefona che è positivo. Noi, invece, siamo tutti negativi e tutti presi bene». Intendendo per “noi” il batterista Elia Pastori ed il tastierista Marcello Grilli che lo hanno accompagnato in un concerto che ha avuto come filo conduttore le canzoni di “Ghettolimpo”, il suo secondo album, pubblicato l’11 giugno, a due anni e mezzo dal precedente “Gioventù bruciata”.

Con Marcello Grilli ed Elia Pastori

Ecco, quindi, l’iniziale “Dei”, poi “Ghettolimpo”, “Inuyasha”, “Dorado”, “Talata”, “Baci dalla Tunisia”, “Rapide”. E la struggente “T’amo”, dedicata a mamma Anna, nella quale ha inserito una sua suggestiva versione di “No potho reposare”, che lei, sarda di Orosei separatasi presto dal marito egiziano, gli cantava da piccolo come ninna nanna. Quanto sia legato alla famiglia lo ha dimostrato raccontando di come l’indomani lo zio Pietro lo avrebbe aiutato a montare un armadio nella casa milanese trovata a 4 mesi dall’incendio che ad agosto gli aveva distrutto la casa di Via Antonini. In affitto, ha tenuto a precisare.

Ha ripercorso anche il suo passato musicale con “Il Nilo nel Naviglio”, “Gioventù bruciata”, “Remo”, “Barrio” (il brano che inizia con campionature del “Capricho arabe” di Francisco Tarrega) e, naturalmente, la conclusiva “Soldi”, con cui nel 2019 è esploso, vincendo il Festival di Sanremo. Primo artista ad affermarsi nello stesso anno sia nella categoria Giovani che in quella Big, per arrivare, poi, secondo, al successivo Eurovision Song Contest 2019 di Tel Aviv. «Vi ringrazio tantissimo di essere venuti qui stasera.- ha concluso- A Courma ci andavano i ragazzi ricchi del mio Liceo, e adesso ci sono venuto anch’io. Toh!». Aggiungendo: «Torneremo a fare i concerti in cui ballare». Qualcuno, comunque, ha ballato anche durante il concerto di Courmayeur. Quando lui ha iniziato a cantare la scatenata “Dorado”, la parmense Giulia si è alzata ed ha cominciato a ballare. Sul posto, ma ha ballato. Senza, peró, che nessuno la imitasse. Lo ha fatto più volte, ballando sempre da sola. Neanche la figlia si è alzata. «Non sono come i giovani di oggi che durante i concerti continuano a giocare col cellulare.- mi ha detto- Io sono di un’altra generazione ed ho bisogno di ballare. Pensavo si alzasse qualcun altro, ma il Covid non lo permette». Ci sarebbe bisogno di tante Giulia per vincere la paura paralizzante del Covid, che, nonostante l’entusiasmante prova di Mahmood, ha raffreddato gli applausi del pubblico non portando alla richiesta di un bis.

Giulia balla da sola

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