Paradossalmente questa nostra era chiassosamente presenzialista finisce per essere dominata da umbratili assenze. Momentanee o permanenti, fisiche o mentali, le assenze sono “rumori di fondo” che periodicamente riaffiorano alla coscienza con la forza dell’emozione. Uno degli esempi più eclatanti è quello di Mina Anna Mazzini che dal 1978 non appare in televisione né fa concerti (salvo uno, in studio, trasmesso sul web il 30 marzo 2001), ma che, grazie all’inarrivabile arte, continua a mantenere alti livelli di popolarità. Con picchi come quello che sta accompagnando il settantesimo compleanno che cade il 25 marzo (non a caso per l’oroscopo cinese il 2010 è l’anno della Tigre, di Cremona naturalmente) . «Lo festeggerà in forma molto privata, con la famiglia, nella sua casa di Via Monte Generoso a Lugano.» Ad affermarlo è il cinquantenne aostano Loris Biazzetti, uno che la conosce bene visto che da 25 anni è l’anima del “Mina Fan Club” e dell’omonima fanzine semestrale (che in questi giorni festeggia anch’essa il settantesimo numero).

«Mina ha fatto una scelta di libertà che ne ha limitato la carriera aumentandone, però, il carisma, perché le grandi artiste devono essere un po’ inafferrabili. Oggi, invece, vanno cantanti, come Laura Pausini, con l’aria dimessa di una di famiglia. Anche per questo Mina non è molto simpatica e l’immagine che molti ne hanno è quella altera, un po’ stizzita, che giudica il mondo dall’alto dell’imitazione che ne fa Lucia Ocone. In realtà, come scrisse qualche anno fa un giornalista, Mina è antipatica perché ci manca.» Inevitabilmente anche il suo Fans Club e lo stesso Biazzetti, con la sua voglia di non apparire, hanno finito per somigliarle. «Abbiamo quasi duemila soci– afferma – la maggior parte dei quali lombardi e meridionali. In Valle, invece, il club è poco conosciuto, ma meno si parla di noi meglio è. In questi giorni sono stato tempestato di telefonate da parte dei giornalisti di tutta Italia, ma detesto il feticismo collezionistico e non appaio mai nelle trasmissioni celebrative alle quali mi invitano. L’ultima è lo special “Minissima 2010” di Paolo Limiti che andrà in onda il 29 marzo su Rai 2: sarò in studio ma non comparirò in video. Del resto, pur conoscendo tutti quelli che le stanno vicino non ho mai fatto niente per incontrarla. Poco importa, perché lei comunica con la musica.»

Il Mina Fan Club è nato nel 1980 a Parma da un nucleo di appassionati che comprendeva anche Mauro Coruzzi, oggi noto come Platinette. Biazzetti, educatore al Convitto Federico Chabod, è entrato l’anno successivo con la tessera numero 73, e sul finire del 1985 lo ha preso in mano, trasferendone la sede ad Aosta e ridando vita alla fanzine col grafico aostano Remo Prodoti. «La mia passione per Mina è nata nel 1963– ricorda- quando, a “Carosello”, faceva la “ragazza tutta birra” cantando “Chihuahua”. Per me la sua voce è la rappresentazione del sublime nella canzone. Ha cantato l’amore come nessun’altro perché l’ha vissuto in ogni sua sfaccettatura. E come tutti gli “amanti di valore”, come ha scritto Califano nell’omonima canzone, dopo una “notte che non si scorderà” ha deciso di sparire.» Per affiliarsi al Club e ricevere la fanzine connettersi al blog http://www.minafanclub.it.
Grazie Gaetano. Nel weekend, al ritorno dalla trasferta milanese, pubblicheremo certamente il link del tuo blog nel sito del Club. Complimenti, a presto!