«Guernica è stato un terreno di prova per la Luftwaffe.- dichiarò il Feldmaresciallo tedesco Hermann Göring al processo di Norimberga- Non avevamo un altro posto per sperimentare i nostri aeroplani». Il 26 aprile 1937 l’”esperimento” del bombardamento della città basca provocò centinaia di vittime tra la popolazione civile ed uno sdegno internazionale che ebbe la sua massima espressione nel celebre quadro che Pablo Picasso dipinse pochi mesi dopo, in cui la limitata gamma dei colori- solo toni grigi, neri e bianchi- rappresenta la drammatica assenza di umanità.
“Gernika” è anche il titolo dello spettacolo di Matteo Destro e Alay Arcelus Macazaga che l’8 ottobre si è tenuto al MAV- Museo dell’artigianato valdostano di tradizione di Fènis.
In scena l’attrice basca Alay Arcelus Macazaga, che, con l’aiuto di una maschera creata dal regista Matteo Destro, vi narra la storia di María Ángeles che, bambina, aveva vissuto il bombardamento e, adulta, si trova per la prima volta faccia a faccia col dipinto di Picasso.
Lo spettacolo racconta, così, l’orrore della guerra e la grandiosità dell’Arte capace di creare bellezza anche nel raccontare eventi tragici, resistendo al processo di rimozione attutato dalla Spagna franchista. Quello che fu uno dei primi bombardamenti di civili, venne fatto passare per un incendio attuato dai rossi separatisti baschi. Cominciò, così, la guerra della menzogna, con la manipolazione delle notizie da parte della dittatura franchista. Per 40 anni non si seppe la verità, e la storia venne divorata dalla propaganda politica.
Solo nel 1971 si cominciò a riconoscere che erano state trovate tracce di bombe incendiarie, ma solo dopo che nel 1975 morì si seppe che la legione Condor che aveva bombardato Guernica era agli ordini dello stesso Generalissimo Francisco Franco.
Ma anche allora da una parte si condannò e dall’altra si giustificó, finendo per adagiarsi nel compromesso di una democrazia basata sul patto del dimenticare. A parlare continuò il quadro di Picasso, manifesto della denuncia.
«Guernica è non dimenticare.- ha concluso una commossa Alay Arcelus Macazaga – E ricordate che quello che è successo allora sta succedendo ancora in molte parti del mondo».
A dare risonanza e profondità alle sue parole ha provveduto la clarinettista valdostana Selene Framarin che, con l’aiuto di una loop station, ha completato il suo gesto teatrale suonando musiche della tradizione basca.
Lo spettacolo, che dal 2019 ha avuto centinaia di repliche nelle scuole spagnole, in questa versione italiana ha vinto il concorso “L’Italia dei Visionari”, venendo rappresentato il Toscana ed Emilia Romagna. Per la Festa della Musica 2021 è stato rappresentato a Nus, inserito nella rassegna “Squilli di Musica”.