«Grazie per aver preferito noi a Sanremo. Siete degli eroi!» Si è conclusa con questa triste considerazione di Tullio Solenghi la serata che il 10 febbraio ha visto l’attore genovese, sul palco dell’Auditorium di Pont-Saint-Martin, intrecciare le sue ironiche riflessioni sulla vita di Mozart all’esecuzione del suo Trio in Mi bemolle maggiore KV 563 da parte del Trio d’archi di Firenze.
In un mondo in cui “la musica dei grandi compositori classici viene ormai conosciuta per il suo uso blasfemo”, da 5 anni i quattro riescono a sdoganare il verbo della grande musica proponendo l’esecuzione del suo ultimo capolavoro cameristico, l’unico trio scritto da Mozart per violino, viola e violoncello. Nei sei movimenti sublimò, infatti, tutte le precedenti esperienze compositive raggiungendo un ideale estetico di armonia e perfezione che ha trovato l’interprete ideale nel Trio formato dalla violinista Patrizia Bettotti con il violista Carmelo Giallombardo ed il violoncellista Lucio Labella Danzi.
«Quando Patrizia mi propose di abbinare un racconto sul compositore con questo Trio, – ha raccontato il settantaquattrenne attore genovese- pensai di sfruttare lo studio del vastissimo epistolario di Mozart che avevo fatto interpretando Salieri in “Amadeus” di Peter Shaffer».
Evidentemente il trio si addice a Tullio Solenghi. Trio di Mozart a parte, nell’immaginario collettivo è associato al celebre Trio formato dal 1982 al 1994 con Massimo Lopez ed Anna Marchesini. Dato l’attuale periodo festivaliero, memorabile rimane la sua partecipazione al Festival di Sanremo del 1989, quando il Trio annunciò che la canzone italiana era morta e sul luogo del delitto intervenne Solenghi travestito da San Remo. «Destò un grande scandalo che non ci aspettavamo. Ma, probabilmente, eravamo nell’occhio del ciclone per lo sketch sull’Ayatollah Khomeini che avevamo fatto nel 1986 a Fantastico 7. Nei panni di questo personaggio immaginario, perché non esiste come santo, feci una predica parodistica basandomi sui nomi dei cantanti. Mi fregò Christian, perché finimmo salmodiando “per Christian, con Christian, in Christian. A te Padre onnipotente perdona loro perché non sanno quello che cantano”».
Trio a parte, Solenghi ha fatto esperienze eccellenti in tutti i campi dello spettacolo: dal Teatro al doppiaggio, dalla fiction al ballo (nel 2020 ha partecipato a “Ballando con le stelle 15”). Per non parlare della sua partecipazione, nel 2016, a “Tale e Quale show”. «Come cantante sono arrivato in finale facendo imitazioni molto apprezzate di cantanti della mia generazione: da Giorgio Gaber a Bruno Lauzi, da Paolo Conte a Jannacci».
Stretti i suoi rapporti con la Valle d’Aosta. «Professionalmente sono venuto più volte, sia da solo, a fare cabaret al Casinò di Saint-Vincent, che col Trio e Massimo Lopez. Sono, poi, un amante dello sci, per cui per una dozzina d’anni Cervinia è stata un appuntamento fisso delle vacanze invernali».