Per certi versi si può dire che all’ultimo Festival di Sanremo la “sincerità” di Arisa abbia vinto ma non convinto. C’è stato, infatti, chi ha dubitato dell’autenticità dell’aria da Calimero un po’ sfigato e fuori dal tempo messa in mostra dalla vincitrice della categoria “giovani”. La ventiseienne lucana Rosalba Pippa (questo il suo vero nome) non ha, però, tardato a convincere e conquistare la stragrande maggioranza degli italiani. Se ne è avuta una conferma in occasione della cerimonia di premiazione del “Premio Mogol” svoltasi il 15 giugno 2009 nella Piazza d’Armi del Forte di Bard.
Al termine, infatti, più che Povia, vincitore con “Luca era gay”, è stata Arisa ad essere assediata da donne, uomini e, soprattutto, bambini in cerca di autografi, foto o anche solo di una battuta. «Sento molto questo affetto che è assolutamente ricambiato, perché io voglio bene a tutti. – mi aveva detto prima della cerimonia- Senza volermi vantare, sto facendo molti concerti e sono tutti affollatissimi. Vivo di rendita sul successo di Sanremo, ma non è detto che riesca a cavalcare la sua onda. Se, comunque, andasse male sono sicura che continuerei a cantare.»
Comunque vada, la musica le ha portato in dote un fidanzato, Giuseppe Anastasi, che a Bard ha interpretato con lei una intensa “E penso a te”, e che è, tra l’altro, l’autore di “Sincerità”. Come è nata la canzone? «Sono uno degli insegnanti dei corsi C.E.T. di Mogol, – ha spiegato il musicista palermitano – ed è stato durante uno di questi corsi che, nel 2007, l’ho conosciuta. Nella canzone non ho fatto altro che raccontare la nostra storia, dagli inizi fino ad oggi, che è stata vissuta all’insegna, appunto, della sincerità. Ho capito che funzionava già mentre la componevo, perché veniva dal cuore. Quando, poi, l’ho fatta ascoltare a Mogol il suo giudizio è stato: “deliziosa”.» Oltre a respirarsi a pieni polmoni quando li si vede insieme, il sentimento nato tra i due si è intuito anche dalla risposta che, durante la serata, Arisa ha dato alla dotta domanda di Arnaldo Colasanti: “Perché solo l’amore fa crescere l’anima? ” E lei, pronta: “Per essere in grado di accogliere l’amore che cresce a sua volta.”
Arisa, quale cantante hai come modello? «Mina. Infatti a Sanremo sono stata molto contenta di cantare con Lelio Luttazzi che ha a lungo lavorato con lei. Luttazzi mi ha dato molto anche umanamente, facendomi sentire come se fossi stata sul palco con mio nonno». Inevitabile un accenno al look che tanta parte ha avuto nel tuo successo mediatico. Sai che il tipo di occhiali che usi caratterizza anche il cantautore inglese Elvis Costello? «Non conosco Costello, il mio modello è, invece, Charlie Chaplin. Dato che non ho un buon rapporto con il mio aspetto esteriore preferisco che dal look venga fuori il mio lato ironico. D’altronde mi vesto e mi trucco così solo quando ho tempo. Siccome, però, non ce l’ho quasi mai, nella vita di tutti i giorni l’alternativa è la tuta.»