Il 25 giugno 1982 è nata la cantante ed attrice argentina LOLA PONCE. La ricordo con l’intervista che le feci il 2 aprile 2008.
…Se qualche anno fa per un cantante era importante il numero dei dischi che vendeva, oggi è fondamentale il numero delle copertine di giornale che riesce ad avere. In base a questo metro di giudizio, la venticinquenne Lola Ponce attualmente, in Italia, non ha rivali. La vittoria, in coppia con Giò Di Tonno, all’ultimo Festival di Sanremo l’ha, infatti, imposta come sex symbol, dando la stura ad una curiosità morbosa per la sua vita privata. Quanto “tiri” l’argentina è testimoniato dal pienone che si è registrato il 2 aprile al Palais Saint-Vincent per il concerto con Di Tonno inserito nella “Saison Culturelle”. Spettatori, evidentemente, affluiti per riascoltare la canzone “Colpo di fulmine” che ha trionfato a Sanremo. O le suggestive arie del musical “Notre Dame de Paris” di Cocciante, di cui Ponce e Di Tonno sono stati protagonisti (con Matteo Setti, ospite
speciale della serata). Sarebbe, però, ipocrita negare che molti, in particolare i maschietti, sono accorsi per “toccare con mano” il fascino dall’argentina. Esame superato a pieni voti grazie al fisico “caliente”, ma, anche, a una istintiva simpatia. Come non rimanere ammaliati, per esempio, dal candido stupore con cui, durante l’intervista, ha accolto l’unanime riconoscimento della sua intensa sensualità. «Mi stupisco, sì!- ha ribattuto la Ponce- Non faccio niente per esserlo perché sul palco sono proprio come nella vita. Per me è naturale esprimermi in questo modo. Probabilmente influisce il fatto che sono latina: sono nata in Argentina da un mix esplosivo di sangue italiano e spagnolo». Adesso che è una popstar internazionale, cosa è rimasto delle radici argentine? «Tantissimo. Nel mio ultimo cd, “Il diario di Lola”, ho, per esempio, inserito due tanghi adattati alla musica pop, che è il genere che faccio. In uno, “El dia que me quieras”, ho duettato con mio padre Hector che me l’aveva insegnato da piccola. Lui l’aveva, a sua volta, imparato da mio nonno, di origini genovesi, che aveva suonato coi grandi Carlos Gardel e Astor Piazzolla». E lei suona? «Sì, il piano e la chitarra da dilettante. E, poi, ho scritto alcuni testi delle mie canzoni. Mi piace raccontare storie d’amore, perché per me,
che sono una romantica, l’amore è molto importante. Sono particolarmente legata ad una canzone del mio primo Cd che ho scritto quando avevo 15 anni. Si intitola “El chico que me enseño a amar” e dice: anche se la vita mi porterà da altre parti, per sempre tu rimarrai il ragazzo che mi ha insegnato come si ama». La vita ha, ultimamente, portato la Ponce dalle parti di Manuele Malenotti, ricco imprenditore nel campo dell’abbigliamento, che prima dell’inizio di Sanremo le aveva detto: «Se vinci il festival ci sposiamo». «Per ora ho sposato la musica- puntualizza lei- Nella mia carriera non vedo limiti, piuttosto, come è stato finora, sorprese. E, poi, non è un caso che il mio primo Cd si intitoli “Inalcanzable”, che vuol dire inafferrabile… Anche se niente è inafferrabile».