fbpx
Cinema MUSICA

La staticità che destabilizza di WIM MERTENS al Forte di Bard

Il 7 agosto 2009 il Forte di Bard fu teatro di un piccolo grande evento ospitando nella sua grande Piazza d’Armi la “petit musique de chambre” del compositore e pianista belga Wim Mertens (è nato a Neerpelt il 14 maggio 1953). 

E il contrasto aumentò il fascino di musiche che da un quarto di secolo ammaliano i suoi tanti estimatori per la raffinata miscela di orecchiabilità e sperimentazione post-moderna.

Quale migliore occasione, dunque, per chiedere a Mertens quanto sia importante il luogo in cui si suona?  «Indubbiamente il Forte di Bard è un luogo pieno di Storia e Arte, -rispose- ma la Musica, grazie alla sua funzione destabilizzante,  deve essere capace di aggiungere qualcosa al luogo, facendolo rivivere per il pubblico di oggi. Ciò vale anche per i confini di tutti i tipi. Sia il Belgio che la Valle d’Aosta sono terre di confine la cui identità è legata all’esistenza di frontiere, ma la musica ha il dovere di andare al di là delle barriere geografiche e di estetica musicale per creare qualcosa di nuovo».

Per le sue musiche si è parlato di “meditazioni” e di “filosofia della musica”, è d’accordo con queste definizioni? «La musica va sempre più in là della filosofia perché lavora con mezzi impalpabili, mentre la filosofia usa le parole per descrivere cose che nella musica esistono già. Inoltre la musica ha delle regole ma, anche, vie di fuga che le permettono di abbattere gli steccati». Per la capacità di esaltare le atmosfere delle immagini la sua musica è stata utilizzata in spot pubblicitari e film.

Qual’è il suo modo di intendere la musica da film? «Secondo me non si devono fare distinzioni, perché la musica lavora sempre con delle immagini anche quando queste non sono legate ad un film o al teatro. E’ semmai importante che sia legata all’epoca in cui si vive, perché questo stimola a sviluppare nuove forme. E’ sbagliato, poi, pensare che una volta scritta la musica sia fissata, perché vive dell’instabilità permanente tra passato e futuro, non a caso ho intitolato un mio Cd “No Yet, No Longer” (non più, non ancora:n.d.r.). Quando si suona si deve dare vita ad ogni nota attraverso l’interazione col pubblico, con il luogo e con gli altri esecutori (Mertens a Bard suonò con la violinista Tatiana Samouil: n.d.r.).».   Gli interventi vocali che in concerto fa con voce da controtenore sono preordinati o improvvisati? «In genere improvviso. Uso la voce come elemento di sorpresa per destabilizzare soprattutto nelle composizione troppo definite. Come ogni compositore per concretizzare le mie idee ho bisogno di schemi, come, per esempio, la tecnica della ripetizione, nei quali, però, introduco delle deviazioni melodiche ed armoniche che “muovano” la musica dando emozione. E’ importante pensare alla musica come espressione per vivere senza luoghi fissi, perché solo quando si è morti si è statici

1 comment

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: