Erano due i fili che univano Aosta al lontano Azerbaijan. Il primo è l’oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan che, trasportando il petrolio dal Mar Caspio all’Europa, è di vitale importanza per il fabbisogno energetico italiano. L’altro era Assaf Mekhtiev, l’ottantenne artista azero che dal 2004 si trovava ad Aosta come “rifugiato politico” a causa della violenza scatenata, dopo la “glasnost” di Gorbachov, dagli interessi legati allo sfruttamento dell’”oro nero”.
Ne era stato vittima anche un artista bravo come lui, che a Baku aveva realizzato monumentali opere di arredo urbano nelle quali aveva utilizzato, con grande abilità e libertà, materiali come alluminio, vetro e ceramica.
«Mi piaceva creare lavori grandi.- ricordava Assaf- Adesso che vivo in un piccolo appartamento di Aosta sono, invece, costretto a concentrare la mia creatività nelle tele».
Stabilitosi ad Aosta con le figlie Voussala (anche lei pittrice) e Ellada (ballerina), nel 2005, aveva realizzato (con Voussala) la scultura in acciaio e vetro “Viandante di speranze” per la mostra permanente a cielo aperto di Etroubles. «E’ un pò il simbolo della nostra famiglia.– spiegava- Nonostante tutte le peripezie abbiamo conservato la speranza di un domani migliore, anche perché abbiamo avuto la fortuna di rimanere uniti. Abbiamo, inoltre, constatato che, se si hanno amici, in qualunque parte del mondo si è a casa».
Le vicende umane si erano inevitabilmente riflesse nella pittura di Assaf che, pur con tecniche diverse (dalla tempera all’olio), si muoveva alla ricerca di un’armonia perduta attraverso la ricomposizione di tanti piccoli frammenti di colore che ricordavano la trama dei famosi tappeti Talish, intrecciati a mano nella zona natale dell’artista.
Assaf Mekhtiev è morto la mattina del 10 gennaio 2023. I funerali si svolgeranno mercoledì 12, alle 11.30, nel cimitero di Aosta.