Finita l’epoca del rock maledetto e militante, questo genere musicale si è dovuto adattare alle regole dell’entertainment, conservando una sua ritualità ma mitigando la carica eversiva a favore della fruibilità dello spettacolo. Ecco, quindi, che appare quanto mai azzeccato il nome- “Elettrocirco”- datosi da alcuni dei migliori rockers valdostani provenienti dalle due formazioni che più hanno segnato l’ultimo decennio di rock chez
nous: i “Los Bastardos” ed i “SanniDei”. Dai primi arrivano il batterista Gianluca Chamonal ed il bassista Daniele Iacomini, dai secondi il chitarrista Giancarlo Ventrice ed il cantante Diego “Tusco” Tuscano. A loro si è aggiunto Jean Fontaine, francese che vive ad Ivrea, che con la sua tastiera ha dato un taglio “prog-psichedelico” agli otto pezzi dell’omonimo Cd recentemente pubblicato dal gruppo. «Il tono musicalmente cupo che abbiamo dato al lavoro rispecchia lo stress del vivere d’oggi– spiega Tuscano- che è, però, mitigato da una vena ironica che esce fuori nei testi, perché, in ogni caso, si tratta di intrattenimento. E, poi, anche se la vita di chi fa circo è dura, quando è il momento dello spettacolo l’immagine che finiscono per dare è allegra.» Il Cd rimane, infatti, godibile anche quando i testi parlano di lavoro alienante (“mi vogliono coglione, un numero senza opinione ricattato da uno stipendio da fame senza alcuna soddisfazione” da “Maledizione”), di spleen esitenziale (“Laido maggio”), di “autostrade perdute” nel tentativo di “incedere senza cedere”. La grafica del Cd, in cui dall’oblò di un astronave si vede galleggiare nello spazio un gigantesco camion, si rifà alla canzone “Sirio 2222” (titolo tratto da un album del “Balletto di bronzo”: n.d.r.): sette minuti di pura psichedelica, sia testuale (“impossibile restare, chiudi gli occhi e voli via… ti piace davvero essere distante”) che musicale (è una piccola suite con ampi spazi strumentali). «Il pezzo è anche un invito a guardare al di là dei generi e dei limiti imposti dall’attuale mercato musicale.- continua Tuscano- Nella nostra musica c’è del rock, del blues, del grunge, del prog e del metal ma tutti posti al servizio di quello che vogliamo dire. Le parole sono talmente importanti che per comporre le canzoni siamo spesso partiti dai testi, e non, come prima, dalla musica.» Mai come in questo caso si può, infatti, parlare di cantautorato elettrico, con Chamonal e Ventrice a dar man forte a Tuscano nella costruzione di testi che affrontano soprattutto le problematiche della relazione uomo donna da una posizione che niente ha a che vedere col machismo del rock classico. E’, anzi, la donna che, ridotto il maschio a “cicca accartocciata nel posacenere” (da “Blues dal posacenere”), se ne va “a prendere la vita di un altro amante” (da “Biancaneve”). La terapia non può che essere una sola: “meglio smettere, il tuo medico o il tuo farmacista possono aiutarti a smettere”. Alcuni di questi pezzi si possono ascoltare nel sito www.myspace.com/elettrocirco