“Il 12 ottobre 1934, a Palermo, nasce improvvisamente Pino Caruso. Subito dopo, ma non in conseguenza, scoppia la seconda guerra mondiale. Cresce tra incursioni aeree, bombe e rifugi sotterranei, senza provarne paura: anzi, oggi, ne ha persino nostalgia. Adora, infatti, le discoteche. “La musica è la stessa di allora- dice- quella americana”. Da cinque a dieci anni frequenta le elementari. E non va oltre. Una distanza irrisoria, dunque, lo divide dall’analfabetismo. Tuttavia, nonostante l’odio che a scuola cercano di inculcargli per i libri, provvede da solo alla sua istruzione. In breve tempo riesce a darsi una vera e propria ignoranza enciclopedica.”
Cosí racconta la sua vita Giuseppe “Pino” Caruso”, attore e scrittore italiano che, grazie ad uno spiccato senso dell’humor, ha raggiunto vasta popolarità televisiva a cavallo degli anni Sessanta e Settanta partecipando come comico a trasmissioni come “Che domenica amici”, “Gli amici della domenica”, “Teatro 10” e “Dove sta Zazà?”. Popolarità rinverdita negli anni Duemila grazie alla partecipazione a due serie della fiction “Carabinieri”.
Il suo multiforme talento si è, però, espresso bene anche in teatro (nel quale ha esordito nel lontano 1958 con “Il gioco delle parti” di Pirandello), nel cinema e nella letteratura con libri come “L’uomo comune” e “Il Diluvio Universale? Acqua passata”. Da questi libri ho scelto alcuni bellissimi aforismi, arte di cui Caruso è sicuramente un maestro:
- Il Diluvio Universale? Acqua passata
- L’ uomo nasce dalla donna e tutta la vita cerca di rientrarvi
- Purtroppo, la salute non è contagiosa
- L’Italia è la culla del diritto. Sarà per quello che il diritto vi si addormenta
- Un vecchio non si improvvisa: per farne uno occorrono anni
- Molti credono che la proprietà di linguaggio sia un furto
- La furbizia è l’idea che lo stupido ha dell’intelligenza
- Gli attori si dividono in due categorie: incisivi e canini
- Il politico mediocre non cerca di passare alla storia. Si accontenta di passare alla cassa
- I mafiosi sono intelligentissimi. Gli manca solo la parola