Se per diversi musicisti valdostani il corso C.E.T. di Mogol ha rappresentato, creativamente, un capolinea, per altri è stato solo la tappa in un percorso artistico diretto verso lidi più avventurosi. E’ questo il caso di Federico Puppi, ventiquattrenne violoncellista e compositore di Hône, che, dopo una seria preparazione classica (sta completando il corso A.F.A.M. all’Istituto Musicale di Aosta), è alla ricerca di un nuovo approccio allo strumento che si inserisca nel panorama musicale attuale. Un percorso passato attraverso il “rockroadfunkheavytrashcelanacousticpop” degli “Spellbound” ed il funky di Christine “Naif” Herin, per approdare alla musica sperimentale del “X Musa Duo” formato, nel 2006, con il contrabbassista Luca Bertinaria. Questa sua incessante ricerca di nuove sonorità, che lo ha portato ad abbattere barriere musicali e “violentare” il violoncello con l’uso dell’elettronica, è sfociata nel 2009 nel progetto “Concrete Garden” nel quale è affiancato da Maurizio Verna (chitarre), Mauro Dellacqua (basso) e Emmanuele Pella (batteria). Oltre che per l’originale musica prodotta, il gruppo si caratterizza per il tentativo di diffonderla in modo nuovo, evitando le forche caudine delle case discografiche e dei canali tradizionali di distribuzione. «La discografia è morta– spiega Puppi- perchè è rimasta indietro rispetto all’evoluzione della tecnologia e alla mentalità della gente. E’ riduttivo attribuire valore musicale all’oggetto Cd, per cui abbiamo deciso di consentire che dal 5 marzo la nostra musica si scarichi gratuitamente dal sito www.concretegardenmusic.com. Vogliamo
arrivare a quanta più gente possibile, in modo di raggiungere ognuno senza essere sfruttati da nessuno.» “Each One No One” è, non a caso, il titolo dell’EP contenente i cinque brani scaricabili dal sito insieme alla copertina ed al videoclip del brano “Rain Dance”, realizzato dal regista Olivier Bertholin rifacendosi alle atmosfere dei western di Sergio Leoni. «Essendo musica strumentale– continua Puppi- per aumentarne la fruibilità ho strutturato i brani in forma canzone. Pur avendo, poi, preso spunti da varie culture, credo che gli arrangiamenti comunitari abbiano conferito all’EP unità stilistica.» Le sonorità insolite di un organico atipico in cui spiccano la voce solista del violoncello ed il vasto campionario di strumenti a corda di Verna, permette ai “Concrete Garden” di passare con disinvoltura dai sapori afro-irlandesi dell’iniziale “Skyline” al blues con inserti hip hop di “Blues Jeans”, dall’obliquità alcolica della ballata “The drunk dreamer” ai ritmi turchi di “Tuareg”. Nuovo si preannuncia anche l’approccio che il gruppo avrà con il pubblico nella serie di concerti in via di definizione.