Pur essendo il film opera prima di due giovani registi valdostani (Gian Luca Rossi e Daniele Giometto) e, per di più, incentrato sul personaggio italiano, nel bene e nel male, più noto, ci sono voluti quasi due anni perché “Ho ammazzato Berlusconi” si potesse vedere in Valle. E’ questo solo uno dei misteri che hanno caratterizzato l’iter del film proiettato la sera del 7 marzo 2010 all’Espace Populaire di Aosta e finora uscito solo in una trentina di sale italiane.
«Abbiamo proposto il film a vari distributori ma il titolo e il contenuto spaventano», ha dichiarato Caterina Rogani che ha prodotto la pellicola per la “Collepardo Film”. Eppure la risposta del pubblico era stata buona, visto che nella prima settimana aveva incassato 8.586 Euro, con la più alta media giornaliera nell’unica sala in cui aveva esordito: 3.845 euro. «Chi ha preso la distribuzione del film ha fatto di tutto per nasconderlo.- afferma Rossi- Sembra, poi, che il dvd sia andato a ruba, ma di fatto io non conosco nessuno che sia riuscito a mettere le mani su qualcuno di questi dvd. E’ anche per questo che abbiamo fatto di tutto perché si riuscisse finalmente a proiettarlo ad Aosta.»
Basato sul romanzo ‘L’omicidio Berlusconi” di Andrea Salieri, “Ho ammazzato Berlusconi” è un film di fantapolitica che racconta l’accidentale morte del Cavaliere subito dopo la vittoria alle elezioni politiche del 2001, lo stralunato Matteo (Alberto Bognanni) che lo investe con l’auto finisce, così, per scontrarsi con gli spietati meccanismi del Potere, per cui “il Potere si regge sul Potere non sulle persone” e basta un sosia per continuare a governare mediaticamente (“è sufficiente la televisione per fare vero un Berlusconi finto”). «Più che un attacco a Berlusconi- continua Rossi- il film è una riflessione sul potere coi toni della commedia, solo che, a causa delle ingerenze della produttrice, da commedia nera all’inglese è di fatto diventata una commedia all’italiana. Il bassissimo costo, 600 mila euro, ha, poi, influito sulla realizzazione. A cominciare dal fantoccio di Berlusconi morto che Matteo nasconde nel congelatore, che, essendo poco verosimigliante, finisce per penalizzare la credibilità della storia. Per tutte queste ragioni fatico in qualche modo a vederlo come un mio film anche se ci ho messo tanto impegno e fatica. In ogni caso è stato in gara in festival prestigiosi e candidato al David di Donatello, non male per l’opera prima di due registi trentenni.