Più di mille parole, lo spirito di socializzazione festosa e scambio interculturale che è alla base dell’Assemblée régionale de Chant Choral valdostana è simboleggiato dalla piccola Angelica. Nata in Sri Lanka, ma che i casi della vita hanno portato a La Salle. Nel pomeriggio del 26 maggio si è esibita coi Les Petits Sallereins nel corso della kermesse finale dell’Assemblea, che ha visto sfilare al Teatro Romano di Aosta tutti i cori partecipanti a questa 62^ edizione (con l’eccezione di quelli polifonici) e i 19 gruppi folkloristici valdostani.
Che sia Angelica non è, d’altronde, un caso, visto che questa edizione, svoltasi dal 20 al 26 maggio, è stata caratterizzata da una massiccia presenza di cori della categoria D (cori di giovani), una tendenza che fa ben sperare per il futuro.
«E’ un segnale importante– ha spiegato Lino Blanchod– visto che nel resto d’Italia, ormai,si vedono solo coristi coi capelli bianchi o che i capelli non li hanno più.» Blanchod ha un osservatorio privilegiato sulla rassegna, visto che da 31 anni fa parte della Giuria (attualmente ne è presidente). Oltre a dare suggerimenti sull’esecuzione, la giuria segnala ogni anno i cori più meritevoli, che possono, così, fruire degli aiuti regionali per la partecipazione a manifestazioni al di fuori della Valle o esibirsi alla “Saison Culturelle”, la più importante rassegna di spettacoli regionale (quest’anno sono stati Coro Verrès, Viva Voce e Les Notes Fleuries du Grand Paradis).
Oltre che di note (che il 26 maggio sono state diffuse in tutto il centro storico di Aosta grazie ad un sistema di altoparlanti) l’Assemblée è fatta anche di storie, con musicisti che, come nella vita, vanno e musicisti che ritornano. A tornare a dirigere la Neuventse dopo 22 anni è stato David Mortara. «E’ rimasta sempre nel mio cuore-ha confessato- e martedì sera, quando abbiamo cantato all’Auditorium di Aymavilles, è stato come se non avessi mai smesso.»
A salutare è, invece, stata Alearda Parisi Pettena che con quarantatre partecipazioni ed ottantuno anni, è il più longevo direttore dell’Assemblée. Ma più che i numeri, per lei parlano le emozioni che ha dato mercoledì ad Aymavilles. Per il repertorio su “La chanson francaise”, per l’interpretazione delle sue Dames de la Ville d’Aoste e per l’aria di addio alla rassegna che si è respirato.«Ho detto alla giuria che non mi vedrà più.- ha confessato- Più che per il canto, questa volta ero preoccupata di non reggere, ma, alla fine, l’applauso è stata una cosa bellissima.»