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Teatro

La voce da Dio di ARNOLDO FOA’

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foà italymediaSe Dio ha una voce, questa non può che essere quella di Arnoldo Foà (Ferrara 24 gennaio 1916). Una boutade, certo, ma fino ad un certo punto. Lo dimostrano i produttori del kolossal “La Bibbia” di John Houston che, nel 1966, scelsero, proprio, l’attore ferrarese per doppiare la voce divina.

librofoaSu quella voce “da Dio”, e su una bravura frutto di talento e mestiere, l’attore ha costruito una lunghissima carriera che lo ha visto esprimersi ai massimi livelli in teatro come sul set cinematografico, in televisione come nella vita. A conferma che il grande attore “è un personaggio, un’occasione, un miracolo”, come ha scritto nel suo delizioso libro “Recitare”.

Un miracolo nato da un sogno: quello di essere invisibile. «Da bambino- ha raccontato- questo mi dava l’impressione di poter ascoltare le conversazioni degli altri senza essere visto. Ne osservavo, così, i comportamenti e penetravo gli animi, studiando sentimenti, intenzioni e caratteri. Anticipavo, senza saperlo, lo studio che è alla base del mio lavoro. Questo mi ha permesso, anche, di capire le ragioni degli altri e, quindi, imparare a rispettare e ad amare il prossimo. Non credo alla cattiveria innata, ma cerco di giustificarla per ragioni di necessità, di disperazione o rivalsa.»

due in altalena lea massari foà 1Ciò gli è servito per creare tanti personaggi così “umanamente” cattivi (chi non ricorda il Sir Daniel de “La Freccia Nera”?), ma, anche, ad affrontare la vita con ottimismo ed allegria, resistendo alle tante disavventure. “Malgrado i tanti malgrado mi sono divertito” s’intitola una sua scultura (Foà è anche pittore, scrittore, giornalista).

«I “malgrado” sono gli avvenimenti negativi che si susseguono nel corso delle nostre vite. Il periodo più orrendo che ho attraversato è stato, sicuramente, quello della discriminazione razziale fascista che ho subito, anche se ateo, perché di famiglia ebrea. Quando, però, qualcuno, che aveva a che fare con la Chiesa, propose di aiutarmi a scappare all’estero a condizione che mi battezzassi, io risposi di no. Non perché mi sentissi ebreo, ma perché ero, e sono, ateo. Rimasi in Italia, senza sapere bene a quali rischi andassi incontro, continuando a girare con le compagnie teatrali sotto falso nome. Ne ho cambiati diversi: Arnaldo Galli fu quello che adoperai di più, ma erroneamente usai anche Fiorentini, un altro nome di origine ebraica.»

foa_foto_01capitan fracassaEsperienze che, da un certo punto di vista, furono più formative del “Centro Sperimentale di Cinematografia”, frequentato nonostante il regista Alessandro Blasetti (“Levati le pellicole dalla testa” gli disse per scoraggiarlo). Fu lì, in ogni caso, che uno dei docenti, Pietro Sharoff, gli insegnò che nel recitare un testo “le parole non contano”, è quello che si vuol dire che è importante. E’ solo rendendone il significato che si riescono ad evocare le emozioni di un testo.

Ciò vale ancora di più quando l’attore recita poesie, “specialità” nella quale Foà da sempre eccelle (sue incisioni di poesie di Garcia Lorca e Leopardi hanno venduto milioni di copie). In Valle d’Aosta lo si è visto spesso in un recital di poesie di Giacomo Leopardi alternate a brani di Chopin suonati dal pianista Giorgio Costa che ha registrato in un cd pubblicato dalle Editions L’Eubage di Aosta. foa 7357«Con Leopardi – mi disse, in quell’occasione, Foà- si realizza quello che dovrebbe essere il fine di ogni attore: rendere universale il dolore. Quando leggo le sue poesie cerco di essere il più freddo possibile, perché Leopardi ha bisogno che siano spiegati, e capiti, i sentimenti che rimangono in sottofondo rispetto al ritmo o alla rima.»

E nel tirare fuori le “ragioni del cuore” leopardiane Foà è ineguagliabile. Forse perché sono un po’ anche le sue. «Non si può essere grandi se non pensando ed operando contro la ragione, avendo la forza di vincere la propria riflessione, e di lasciarla superare dall’entusiasmo… convertendo la ragione in passione.» Parole di Leopardi che sintetizzano bene una vita intensa, condotta con passione, conclusasi l’11 gennaio del 2014, tredici giorni prima del suo 98º compleanno.

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