«Il mio modo non è di qua né di là». In questa frase sta tutto il mondo artistico del quarantacinquenne ascolano Emidio “Mimì” Clementi, leader dei Massimo Volume, gruppo che tra il 1991 ed il 2002 ha marchiato a fuoco il rock alternativo italiano. Della band Clementi è stato autore dei testi, bassista nonché voce “né di qua né di là”, che, con il suo stile poetico, parlato e non cantato, ha caratterizzato la loro avventura musicale in bilico tra (post)rock e letteratura.
In bilico tra i due mondi è stato anche il reading che il 1° febbraio Emidio ha tenuto all’Espace Populaire di Aosta, per la rassegna Espace Indie Friday. Con lui c’era Corrado Nuccini, chitarrista e fondatore di un’altra storica band,Giardini di Mirò, perchè si tratta di uno spettacolo di letture musicate sui racconti contenuti nel suo libro “La Ragione delle Mani”, pubblicato nel novembre scorso da Playground, in cuiClementi dopo aver portato la parola nella musica fa il percorso inverso, donando a racconti di argomento musicale un sottotesto pregno di musica.
«Pur parlando di grandi musicisti, da Miles Davis a Glenn Gould,- ha spiegato- ho cercato di dare al libro un taglio più personale, scavandoin figure che ruotano intorno alla musica e non necessariamente sono dei musicisti. Da un’anziana signora appassionata di Bach al mondo che le gira intorno fatto di tecnici luci, fonici impresari.» E’ appunto l’impresario Achille Santini il protagonista del primo racconto letto a Aosta. Uno che ha lavorato con Chet Baker, Miles Davis e Joao Gilberto, sopportandone bizze e stranezze, ma riuscendo a districarsi tra uomini che affrontavano la vita in battere e chi decideva di farlo in levare. E, poi, c’erano quelli come me, i più audaci che si muovevano marcando il tempo in mezzo ai due accenti. A ritmo di swing.”
Nell’ultimo racconto spuntano anche i Massimo Volume e il loro rapporto con Fausto Rossi, in arte Faust’O, che, producendo nel 1995 l’album “Lungo i bordi”, ha contribuito non poco al loro successo. «E’ stato sicuramente un nostro modello.- ha confermato Clementi.- Come pure gli Starfuckers, i CCCP e, all’estero, i Fugazi e i primi Sonic Youth. Facevano tutti parte di un mondo che masticavamo molto all’epoca. Avevamo, in ogni caso, una originalità che, come cantavo, ci rendeva “stranieri in un mondo dopo il mondo”. Era questa la sensazione che abbiamo provato agli inizi, perché quello che facevamo era straniante per il pubblico che non riusciva a collocarci. Sensazione che, comunque, può risultare gradevole. Non morivamo certo di solitudine!»
Interrottasi nel 2002, l’avventura dei Massimo Volume è ripresa nel 2008. E, dopo il cd “Cattive abitudini” del 2010, il gruppo è attualmente in studio per la registrazione di un nuovo album che sarà pubblicato in autunno. «Difficile dire adesso come sarà la musica.- ha rivelato Clementi- Il suono mi sembra un po’ più algido del precedente, mentre la poetica dei testi riflette il mio mondo. Sono sicuramente più taglienti dei racconti del libro, ma, probabilmente, è la brevità che mi frega.»
La formula del reading, che pratica dalla metà degli anni Novanta, gli permette, tra l’altro, di raggiungere luoghi, come la Valle d’Aosta, mai raggiunti, per ragioni di costi, con il gruppo. «Non sono mai stato da queste parti. Ricordo, però, che anni fa, quando ero nella giuria di un festival di musicazione di film muti a Bolzano ho conosciuto dei ragazzi aostani che organizzavano il festival “Strade del Cinema”.»