Sono in molti a considerare Tallin, la capitale dell’Estonia, una città da “una botta e via”. Lo è sicuramente per chi, attirato dalle sue tante belle donne, ne fa una meta di uno dei “viaggi della gnocca”. Ma, anche, per chi la sceglie, viste le contenute dimensioni (ha poco più di 400.000 abitanti), per visitarla in un week end.
Per chi, invece,la sa guardare con occhi curiosi e pazienti la “città castello” (questo, sembra, sia il significato del suo nome) finisce per riservare molte sorprese (non a caso “sorprendentemente bella” è lo slogan turistico dell’Estonia).
Incantevole è, per esempio, il panorama che si può vedere dalla Collina della Cattedrale (Toompea Loss), nella quale, a breve distanza, sono concentrati il Castello medioevale, l’edificio del Riigikogu, il parlamento estone, il Duomo luterano e la Cattedrale ortodossa Alexander Nevsky eretta, per volere dello Zar Alessandro III, a metà del XIX° secolo.
A caratterizzare la sottostante Città Vecchia medioevale, divenuta patrimonio dell’UNESCO nel 1997, sono,invece, le 46 torri, risalenti al XIV secolo, dalle guglie in stile gotico e barocco.
La più famosa e alta (coi suoi 38 metri) è chiamata Kiek in de Kök (che, in antico tedesco, vuol dire “occhiata nella cucina”, perché dalla sua cima si poteva vedere all’interno delle cucine delle case vicine).
All’interno delle mura spiccano, poi, i 105 metri del campanile della Chiesa di San Nicola (Niguliste Kirik) e, soprattutto, la torre della St. Olav’s Church che, coi suoi 159 metri di altezza, dal 1549 al 1625 è stato il più alto edificio del mondo (in seguito a incendi e restauri l’altezza si è oggi ridotta a 123 metri).
Il cuore pulsante della città è la Piazza del Municipio (Raekoda Plats) dominata dal Municipio, in stile tardo-gotico risalente al XIII° secolo, ad un angolo della quale si trova la Raeapteek, una delle più antiche farmacie d’Europa, risalente al 1422.
A portata di piede è la Chiesa del Santo Spirito dal cui pulpito, dopo la Riforma, fu pronunciato il primo sermone in lingua Estone e all’esterno della quale Christian Ackermann costruì, nel 1680, il bellissimo orologio “blue and gold”.
Vicini sono pure il suggestivo Passaggio di Caterina (Katariina käik), che porta al monastero di San Domenico, e la porta dorata installata nel 1640 nella Casa della Confraternita delle Teste Nere.
Imperdibile, infine, la piazza della Libertà dove, nel 2009, è stata eretta la Colonna della Vittoria della Guerra d’indipendenza estone. Alta poco più di 23 metri, commemora, con 143 lastre di vetro e la croce che la sovrasta, la memoria dei 4.000 estoni (tra civili e militari) morti durante il conflitto per l’indipendenza contro i bolscevici tra il 1918 e il 1920.
Per chi, stanco del girovagare culturale, volesse fare una sosta, è consigliabile fermarsi, in via Pikk n 16, al Caffè Maiasmokk, il più antico della città (risale al 1864), che in vetrina ha una caratteristica ruota panoramica fatta di cucchiaini e tazze da the.
Comunicante è la stanza museo del marzapane di Kalev (che alcune leggende vogliono inventato a Tallin).
Per gli amanti della birra c’è, in Dunkri 5, la Beer House, con alle pareti le foto delle tante celebrità che vi hanno fatto tappa (tra questi Lenny Kravitz).
Fra i ristoranti provati ottimo (ed economico) è stato il Pegasus, in via Harju 1. Il gentilissimo personale porta, alla fine, il conto dentro un libro che, poi regala, perché, spiegano, il ristorante era la vecchia sede del Club degli Scrittori di Tallin. Unico inconveniente, per gli italiani, è che i libri sono scritti in estone.
Per chi, invece, preferisse il self service da consigliare quello all’interno dei grandi magazzini Solaris, nelle cui vicinanze, a Vana-Posti, c’è la popolare statua di Voldemar lo spazzacamino, che ha il naso ed i bottoni della giubba rovinati perché, si dice, che lo strofinarli porti fortuna.
Buoni i collegamenti coi mezzi pubblici, i taxi, molto economici, sono indispensabili per raggiungere il grazioso aeroporto e l’imbarco dei traghetti diretti verso la vicina Helsinki (che dista 80 km in linea d’aria e si raggiunge in un’ora e mezza circa).
Appena fuori città, infine, sono da visitare l‘Auditorium all’aperto dove, ogni 5 anni, si tiene il Festival della Canzone Estone (e dove, nel 1988, iniziò la Rivoluzione Cantata che portò alla fine, pacifica, della occupazione sovietica) ed il Parco di Kadriorg che ospita l’avveniristico Kumu, il Museo dell’Arte Estone, e l’omonimo palazzo in stile barocco, residenza estiva dello Zar Pietro il Grande ed attualmente sede della Presidenza della Repubblica Estone.