Se il motto coniato dal filosofo tedesco Ludwig Andreas Feuerbach nel titolo di un suo libro del 1862, “l’uomo è ciò che mangia”, corrispondesse alla realtà ci sarebbe molto da preoccuparsi visto le allarmanti abitudini alimentari italiane. Lo sostiene da anni il professor Franco Berrino, il settantunenne anatomopatologo emiliano che il 22 aprile ha presentato al Teatro Splendor di Aosta il suo “Il cibo dell’uomo”, il libro pubblicato lo scorso anno da Franco Angeli.
Da più di quarant’anni Berrino ha posto una sana alimentazione, accompagnata da adeguati cambiamenti degli stili di vita, come strumento fondamentale per prevenire le malattie. In particolare i tumori. Non a caso ha lavorato all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, collaborando con il Dipartimento di medicina preventiva e predittiva. «E’ un disastro di dimensioni epocali– afferma- le malattie croniche, che incidono pesantemente sulla spesa sanitaria, stanno aumentando. E la situazione non può che peggiorare se continuiamo ad avvelenare i nostri figli con cibo spazzatura e bevande zuccherate, che, insieme al tempo che si passa seduti davanti alla televisione, sono la principale causa dell’obesità.»
L’autorevolezza, che ne ha fatto uno dei pochi ricercatori italiani chiamati a collaborare al Food, nutrition, physical activity and the prevention of cancer del World Cancer Research Fund, ed una brillante verve comunicativa hanno reso celebre Berrino, facendone richiestissimo ospite televisivo e presenza ricorrente del web, con numerosissimi video su YouTube. Se ne è avuta una conferma anche ad Aosta, dove i 500 posti dello Splendor si sono rivelati assolutamente insufficienti, lasciando fuori del teatro almeno altrettante persone, con inevitabili proteste e polemiche.
Berrino è stato all’altezza della situazione, ribadendo i concetti che, avendo “da sempre a cuore la salute delle donne e degli uomini”, lo hanno portato a scontrarsi con multinazionali come la Coca-Cola e l’Eridania («la ricerca sui farmaci ha dietro forti interessi dell’industria, invece la ricerca per la prevenzione questi finanziamenti, purtroppo, non li ha»). Ecco, quindi che la sua “Via del cibo” per prevenire i tumori passa attraverso l’abbondante consumo di cereali integrali, legumi, verdure e frutta, la limitazione dei cibi ipercalorici (zucchero e grassi), delle carni rosse, dei cibi ricchi di sale e delle bevande alcoliche e l’evitamento di bevande zuccherate, carni conservate e pane bianco («la farina 00 è il più grande veleno della nostra alimentazione»).
Il tutto unito alla pratica quotidiana dell’esercizio fisico ed al mantenimento del peso corporeo. A questo proposito ha fatto osservare come, oltre agli obesi, “chi muore di più sono i magri con la pancia”, persone, cioè, che, pur avendo un BMI (indice di massa corporea) inferiore a 25 hanno una circonferenza addominale superiore alla media. Un effetto a cui molto contribuiscono i grassi trans contenuti nei cibi “spazzatura” tanto spinti dall’industria alimentare (“guardate la pubblicità televisiva dei cibi, perché così sapete subito cosa NON mangiare”).
«Quale debba essere il cibo dell’uomo- ha scritto- ce lo dice la Bibbia, quando, al sesto giorno della creazione, Dio dice: “vi do tutte le piante con i loro semi… così avrete il vostro cibo”. Bisogna recuperare la cucina semplice dei popoli del mondo: dalla pasta con le fave siciliana alla ribollita toscana, dal farro alle orecchiette con le cime di rapa. Perché è sorprendente scoprire con la conoscenza di oggi che sono le cose che ci fanno bene e perché adesso possiamo facilmente alternarli, avendo una grande varietà di dieta. Bisogna essere liberi di scegliere cosa mangiare, ma, soprattutto, avere disponibile un’alternativa, cosa che, invece, per molti non è di fatto possibile.»
Perché il nostro destino non è del tutto scritto nel DNA delle nostre cellule, visto che nel 97% di questo ci sarebbero “interruttori” che accendono e spengono i nostri geni. E i cibi, si è scoperto, agirebbero su questi interruttori. La dieta mediterranea, in particolare, ridurrebbe l’espressione di un microRNA che promuove l’infiammazione che, insieme, all’iperglicemia, favorisce il cancro. Ma su questi geni agiamo, spegnendoli, anche con la meditazione, invece lo stress, inibendo la corteccia pre frontale ed il sistema simpatico, favorisce l’infiammazione.
L’iniziativa era inserita nel programma di “Les Mots” ma è stata promossa e organizzata dall’azienda Usl, dall’Associazione Viola onlus, dalla Cooperativa Lo Pan Ner, dall’Associazione “Cibo è Salute” con il patrocinio di Assessorato Istruzione, Assessorato alla Sanità e Rete Oncologica Piemonte-Valle d’Aosta.