Le guerre, come gli esami, non finiscono mai. Anzi, più lontane sembrano e più vicine sono. E non si combattono solo con gli eserciti. “Il mio nemico non ha divisa- canta, infatti, Daniele Silvestri (nato il 18 agosto 1968)- ama le armi ma non le usa, nella fondina tiene le carte Visa e quando uccide non chiede scusa.”
«Il nemico di cui parlo nella canzone– spiega- è il potere economico, perché la politica è ormai uno strumento nelle mani dei grandi capitali. Se a ciò si aggiunge la sensazione di non poter contare neanche sull’informazione, ai cittadini non rimane che fare le battaglie in prima persona. Perché vadano a buon fine bisogna, però, unirsi sfruttando nuove modalità come la class action e la rete web che, veicolando opinioni, è una forma di democrazia libera.»
E, proprio, per questo vibrante impegno civile che il cantautore romano,autore di successi come “La paranza” e “Salirò”, è stato scelto da Celeste Rolland per esibirsi il 23 aprile, nell’Area sportiva di Arnad, nell’ambito delle celebrazioni per il 65° anniversario della Festa della Liberazione organizzate dall’Associazione Nazionale Partigiani Italiani con il sostegno della Presidenza del Consiglio Regionale e del Comune di Arnad. «Ha più senso vivere questa feste in provincia– ammette Silvestri- in piccoli comuni, come Arnad, in cui la storia ha lasciato un peso tangibile.»
Qual’è il segreto per riuscire a rendere “commestibili” al grande pubblico canzoni in cui parli di temi sociali scottanti come la vita carceraria (“Aria”), l’omosessualità (“Gino e l’Alfetta”) o le nuove schiavitù (“Kunta Kinte”)? «Se hai di fronte una faccia rabbuiata e riesci a farla sorridere, poi è molto più facile riuscire a comunicare. La musica e l’ironia sono un grimaldello efficacissimo per veicolare concetti pesanti. Non voglio pormi come leader o vecchio saggio, certo è che, come insegna la commedia all’italiana,la capacità di distaccarsi dalle cose, e, quindi, di riderne, crea immagini che arrivano più in profondità di tanti saggi.»
Sono importanti le tue radici rap? «Si’, perché è stato il mezzo per unire le cose che amo di più: lo scrivere, giocando con le parole, e il fare musica. Con gli anni, queste radici si sono mescolate con la canzone in senso più tradizionale. Affido, comunque, alla forma rappata il compito di affrontare gli argomenti più importanti.»
IL MIO NEMICO
Finché sei in tempo tira / e non sbagliare mira / probabilmente il bersaglio che vedi / è solo l’abbaglio di chi da dietro spera / che tu ci provi ancora / perché poi gira e rigira / gli serve solo una scusa / la fregatura è che è sempre un altro che paga / e c’è qualcuno che indaga per estirpare la piaga / però chissà come mai qualsiasi cosa accada / nel palazzo lontano nessuno fa una piega / Serve una testa che cada e poi chissenefrega / la prima testa di cazzo trovata per strada / serve una testa che cada e poi chissenefrega /la prima testa di cazzo trovata per strada
Se vuoi tirare tira / ma non sbagliare mira / probabilmente il bersaglio che vedi / è solo l’abbaglio di chi da dietro giura / che ha la coscienza pura / ma sotto quella vernice ci sono squallide mura / la dittatura c’è ma non si sa dove sta / non si vede da qua, non si vede da qua / la dittatura c’è ma non si sa dove sta / non si vede da qua, non si vede da qua
Il mio nemico non ha divisa /ama le armi ma non le usa / nella fondina tiene le carte Visa / e quando uccide non chiede scusa / il mio nemico non ha divisa / ama le armi ma non le usa / nella fondina tiene le carte Visa / e quando uccide non chiede scusa
E se non hai morale / e se non hai passione / se nessun dubbio ti assale / perché la sola ragione che ti interessa avere / è una ragione sociale / soprattutto se hai qualche dannata guerra da fare / non farla nel mio nome / non farla nel mio nome / che non hai mai domandato la mia autorizzazione / se ti difenderai non farlo nel mio nome / che non hai mai domandato la mia opinione / finché sei in tempo tira / e non sbagliare mira (sparagli Piero, sparagli ora) / finché sei in tempo tira / e non sbagliare mira (sparagli Piero, sparagli ora)
Il mio nemico non ha divisa / ama le armi ma non le usa / nella fondina tiene le carte Visa / e quando uccide non chiede scusa / il mio nemico non ha nome / non ha nemmeno religione / e il potere non lo logora / il potere non lo logora / il mio nemico mi somiglia / è come me / lui ama la famiglia / e per questo piglia più di ciò che da / e non sbaglierà / ma se sbaglia un altro pagherà / e il potere non lo logora / il potere non lo logora