Non c’era narratore migliore di Pino Crespi. Lui sì che sapeva come usare le parole per non dimenticare e non far dimenticare. I suoi racconti riannodavano i fili di fatti ed esperienze vissute, trasmettendole in modo appassionante ed appassionato. Era, così, diventato un testimone per eccellenza di un secolo, il Novecento, che aveva attraversato da protagonista.
Nato a Genova il 24 settembre 1922, era stato notaio, avvocato, sindaco, assessore, editore e console del Touring Club Italiano. Da ultimo stimatissimo libraio. Era stato, proprio, grazie a questa attività che nel 1979, dopo una vita girovaga, Crespi si era definitivamente trasferito in Valle (prima a Champoluc e, dal 1990, a Courmayeur). Ideatore e protagonista degli ‘Incontri d’autore‘, ogni estate portava a Courmayeur, e altre località della regione, noti scrittori e giornalisti (molti dei quali erano diventati suoi amici).
Ma Crespi aveva, anche, realizzato trasmissioni televisive per la sede regionale della Rai e scritto centinaia di articoli pubblicati in riviste come “Mont Blac & Dintorni” (di cui è stato anche editore) e l’“Alpin Valdoten”. Per lui, “ragazzo del ‘41” chiamato in guerra coi “Battaglioni Universitari”, gli Alpini occupavano, infatti, il posto d’onore in un cuore che, dopo avere molto palpitato, si arrestò il 26 settembre 2006. Il mese prima, al termine di un “Incontro d’autore” con Aldo Cazzullo, aveva salutato il pubblico dicendo: «un po’ di cose le ho fatte. Ora sono stanco, vado verso il richiamo del Signore.»