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MUSICA

Il rapper dalla faccia pulita ROCCO HUNT “spacca” anche ad Aosta

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Dal freddo delle piste di Cervinia (dove lo scorso anno si è esibito per una tappa del KIA Snow Village con Radio 105) al torrido Teatro Splendor di Aosta, dove la sera del 18 dicembre ha “spaccato”. In Valle d’Aosta il rapper Rocco Hunt è passato disinvoltura da un estremo all’altro,  confermando quanto sia, indubbiamente, abituato alle esperienze estreme. Basti vedere come a pochi anni da quando era ancora Rocco Pagliarulo (questo il suo vero nome) e lavorava nella pescheria del padre («è lì che ho cominciato a fare free style»), il ventiduenne salernitano si ritrovi a gestire un successo che lo fatto diventare una star della scena italiana.

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rocco-5614d10679863Lo conferma il disco d’oro appena conquistato dal suo ultimo cd “SignorHunt, ma, anche, l’inserimento della sua “Sto bene così” nella colonna sonora di FIFA 17, l’edizione 2017 del famoso videogioco di simulazione calcistica (unico brano italiano fra i 50 presenti) e, ciliegina sulla torta, la Disney che l’ha chiamato ad interpretare, con Sergio Sylvestre, la versione italiana di “You are welcome” (da lui tradotta in “Prego”) nella colonna sonora di “Oceania“, il nuovo film di Natale che sarà nelle sale cinematografiche dal 22 dicembre.

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«È stato l’anno delle colonne sonore», ha ammesso Rocco ad Aosta, che è stata una delle tappe della ripresa del “Wake up tour” che quest’estate lo aveva visto sui palchi di tutta Italia. “Wake Up” è la canzone con la quale si è classificato al nono posto nella sezione Campioni alla 66ª edizione del Festival di Sanremo. Lo stesso festival in cui si era rivelato, nel 2014, vincendo la sezione “Nuove proposte” con il brano “Nu juorno buono” (prima vittoria di un brano rap nella storia del Festival). «Sì, è vero che non sono passato dai talent, ma per farmi conoscere sono dovuto andare a Sanremo.- ha ammesso- Noi giovani musicisti di successo siamo tutti usciti dal teleschermo, perché in Italia è l’unico modo per venire fuori.» Alla popolarità di Rocco molto ha contribuito l’immagine di rapper dalla faccia pulita che non dice parolacce e manda i messaggi positivi di hit come “Sto bene così”, “Nu juorno buono” e la stessa “Wake up”. «La mia arma è quella di denunciare attraverso la positività,- ha spiegato- ma, in realtà, mostro che ci sono dei problemi e in sottofondo c’è sempre una critica. La positività viene, poi, fuori nei singoli di successo, ma negli album spazio, toccando temi difficili e la denuncia non è proprio tutta positiva. Come nel mio ultimo singolo “Stella cadente”, in cui duetto con Annalisa Scarrone, che è una denuncia nei confronti della violenza sulle donne

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rocco-3-attachment-1Quanto il messaggio arrivi lo ha dimostrato la partecipazione entusiasta di tanti giovani e giovanissimi che, oltre al coinvolgimento fisico (pungolato da frasi come “e chi non batte le mani non arriva a domani”), hanno cantato in coro con lui i pezzi. Anche quando erano in napoletano. Stimolati anche da suo “fratello” Raffaele Zoa (che ne ha raddoppiato il rap), dai beat di Valerio Nazo (alla consolle), dai vocalizzi di Manuela Manca e dalla tastiera di Emiliano Pepe. «La musica per me è stata la luce.ha concluso Rocco- Il successo mi ha fatto crescere tutto in un botto, perché trovarmi a fare il capo famiglia a 20 anni mi ha responsabilizzato tanto. Il mio passato mi fa, comunque, tenere i piedi a terra e mi da gli occhi della tigre di chi non è “appaciato” con la realtà di cui parlo in “SignorHunt”, titolo in cui gioco col doppio senso di “sì ‘gnurant”. Anche perché dalle mie parti una sola persona non può far nulla per cambiare le sorti, per cui se gli altri non si realizzano non mi sento realizzato neanch’io

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