Il loro nome, La Brigade, richiama una delle canzoni, “Brigade des stups” (squadra antidroga) di Serge Gainsbourg. Non a caso, visto che sul repertorio del cantautore francese sono incentrati i concerti di una formazione di recente costituzione ma formata da veterani che da anni orbitano intorno a L’Orage. Gente come Marc Magliano (chitarra e canto), Luca Moccia (contrabbasso), Florian Bua (batteria) e Diego Benato (percussioni).
«L’idea è nata grazie alla passione per Gainsbourg che abbiamo io e Marc.– racconta Moccia- In Francia è un’icona, ma è stato a lungo tabù per i suoi atteggiamenti controversi e provocatori che gli hanno attirato anche odi profondi.»
Fu il caso dell’album “Aux armes et cætera” (in cui è contenuta “Brigade des stups”) nella cui title track stravolse, a ritmo di freggae (french reggae), “La Marsigliese” attirandosi le minacce di morte dei veterani di destra della guerra d’indipendenza algerina.
Scandalo aveva, del resto, destato anche il suo più grande successo “Je t’aime…moi non plus” interpretato, nel 1968, con un ansimante Jane Birkin. 45 giri che fu stracensurato dalla Rai, e, ad Aosta, venduto senza l’ammiccante copertina.
Delle canzoni lanciate dal duo La Brigade esegue anche “69 année érotique”, “L’Anamour”, “Ballade de Melody Nelson” e “L’hôtel particulier”. E, poi il protorap “Requiem pour un con” e l’hit “Couleur Cafe”. «La sua vita spericolata ha messo in secondo piano le qualità musicali,- osserva Magliano- ma Gainsbourg è stato un precursore passando dalla canzone yé-yé al jazz, dalla musica afro al reggae. Nella stessa Francia non ha la considerazione di altri cantautori storici, e nei mercatini è difficile trovare i suoi vinili. Ma sono molti i musicisti moderni che gli hanno reso omaggio: dagli Air a John Zorn, da Belinda Carlisle ai De La Soul.»