LOS ANGELES ha molto del magico inganno. A cominciare dal nome. Come diceva, infatti, Kerouac, “nessuno riesce a vedere che cosa possa avere a che fare con gli angeli”. Non potrebbe, d’altronde, essere diversamente per una città che, grazie a Hollywood, è stata a lungo il faro del cinema mondiale. Ma è nei suoi 12 milioni di abitanti (considerando i sobborghi) che le contraddizioni si esaltano, dando vita ad un esplosivo mix di splendori e miserie, ricchezze smisurate e povertà abissali, felicità e tragedie.
WALK OF FAME– Paradossale è, per esempio, che le stelle di marmo levigato con nomi di celebrità, il famoso Walk of Fame dell’Hollywood Boulevard, vengano continuamente calpestate e sporcate da milioni di visitatori. Ed è stato proprio perché il suo nome non venisse calpestato irrispettosamente che il pugile Muhammad Alì ha voluto che la sua stella fosse, unica tra le oltre 2000, incassata su un muro. Per trovarla basta cercarla a lato della succursale della gelateria Grom, al 6801 di Hollywood Blvd. Sempre a terra, nel piazzale antistante il TCL Chinese Theatre, vi sono gli altrettanto celebri blocchi di cemento che recano le firme e le impronte delle mani e dei piedi di 200 popolari personaggi del mondo dello spettacolo dal 1920 a oggi. Variazioni sul tema sono le impronte degli occhiali di Harold Lloyd, del sigaro di Groucho Marx, della bacchetta usata da Daniel Radcliffe in Harry Potter, ecc.
HOLLYWOOD/VINE– Per visitare questo celebre tratto dell’Hollywood Boulevard conviene scendere alla stazione Metro Hollywood/Vine che presenta una serie di installazioni a tema cinematografico a cura dell’artista Gilbert Lujàn (aka Magu). A cominciare dalle migliaia di piastrelle di ceramica a forma di pizza cinematografica che ne adornano soffitto e pareti.
THAT’S HOLLYWOOD– Se incroci la chiesa dove hanno girato Sister Act, la villetta dove viveva Pretty Woman ed una Marilyn Monroe di cera ma sempre seducente, That’s Hollywood. Lo è inconfondibilmente l’Hollywood Sign, la celebre scritta formata sulla collina da caratteri alti 13 metri. (p.s.: buttandosi dall’H, nel 1932, si suicidó l’attrice Peg Entwhistle).
BLADE RUNNER– Gocce di memoria cinematografica sono sparse in tutta la città. Nella splendida cornice vittoriana del Bradbury Building è, per esempio, ambientata la casa dove, in “Blade Runner”, J. F. Sebastian costruisce i replicanti. La sala d’attesa dell’Ufficio di Polizia dello stesso film è, invece, ambientata nella bellissima Union Station, la stazione ferroviaria inaugurata nel 1939.
SUNSET BOULEVARD— Il celebre viale è lunghissimo, ma il tratto più animato sono i 2,4 Km del Sunset Strip pieni di locali famosi: dal night Roxy al Viper Room fondato da Johnny Deep. The House of Blues, fondato da Dan Aykroyd, vi è stato trasportato da Claksdale, nel Mississippi.
EL PUEBLO- Antistante la Union Station c’è la parte più antica della città, fondata nel 1781 da Felipe de Neve, governatore spagnolo della California. Si chiamava El Pueblo de la Reina de Los Angeles perché dominata dalla chiesa di Nuestra Señora la Reina de Los Ángeles edificata tra il 1814 ed il 1822.
L’ARCHISTAR FRANK GEHRY– A Santa Monica vive l’archistar canadese Frank Gehry. Il suo approccio scultoreo alla progettazione ha, a Los Angeles, gli esempi migliori nel nuovo Google Campus, al cui ingresso giganteggia l’ ironico binocolo disegnato da Oldenburg e van Bruggen, e la lucente Walt Disney Concert Hall, sede della Los Angeles Philharmonic Orchestra diretta da Gustavo Dudamel.
SANTA MONICA- Città balneare satellite di Los Angeles, le sue spiagge sono state rese celebri dal telefilm Baywatch. Sul suo molo finisce, dopo 3755 km, la celebre Route 66 che, partendo da Chicago, attraversa tutti gli Stati Uniti. John Steinbeck l’ha denominata “la strada madre” e le sono state dedicate molte canzoni, tra le quali la più celebre è (Get Your Kicks On) Route 66, portata al successo da Nat King Cole.
DISNEYLAND– Pur essendo situata a circa 40 km dal centro di Los Angeles, Anaheim fa ancora parte dell’area urbana della megalopoli. È lì che il 17 luglio 1955 è nato il celebre Disneyland Resort in cui si trova il più antico Magic Kingdom del mondo. Nella mia vita ho avuto cariche e titoli. Anche importanti. Quello che, però, mi ha reso più orgoglioso è stato quello di Governatore del Club di Topolino. Sarà che ero bambino e tutto mi appariva grande e lontano. Ci ho messo mezzo secolo, ma in questa occasione ho raggiunto il mio capo nella sua casa madre.