Con un concerto anomalo di un musicista singolare si è aperta, il 13 aprile, l’ottava edizione della rassegna “Les Jeudis du Conservatoire”. Non poteva essere altrimenti con un solista come il torinese Alberto Lo Gatto, docente di contrabbasso al Conservatoire di Aosta, che, all’Auditorium della Torre dei Balivi, è passato con disinvoltura dal contrabbasso alla viola da gamba, snocciolando un repertorio sorprendente che ha gettato un ponte tra musica antica e contemporanea.
«L’ho intitolato “Lonely Travels”, – ha spiegato- perché, se in genere presto la mia opera a progetti non miei, questa volta ho suonato quello che avevo voglia di suonare, seguendo l’ispirazione del momento. Anche per questo non ho anticipato cosa avrei suonato, limitandomi a mettere nel programma di sala una lista di autori».
Con il contrabbasso è, così, partito con una “Danza bulgara” di Emil Tabakov, per passare a frammenti di Stefano Scodanibbio, all’Allemanda dalla 3^ Suite di Bach e alle variazioni su “I fall in love too easily” di Gershwin, per finire con le variazioni su “Nel cor più non mi sento” di Paisiello.
«Il contrabbasso è lo strumento ad arco che ha più possibilità sonore perchè ha un’estensione enorme, una cassa che dal punto di vista percussivo può essere usata in mille modi ed un sustain dei pizzicati e degli armonici che nessun altro strumento ha. Per la vasta gamma di suoni che produce lo hanno sfruttato tantissimo i compositori contemporanei. L’esplorazione delle sonorità del contrabbasso mi ha permesso di dedicarmi ad un repertorio solistico in cui assume una veste più sinfonica rispetto al suo ruolo normale di accompagnamento».
Nella seconda parte del concerto Lo Gatto hè passato alla viola da gamba , che, è sì, come l’ha definita “un liuto che si suona con l’archetto, ragionato in senso polifonico”, ma anche una macchina del tempo che gli ha permesso di trasportare il pubblico in secoli e luoghi lontani. In particolare al Seicento dei francesi Marin Marais e Monsieur de Saint Colombe e dell’inglese Captain Tobias Hume.
Ma chi è Alberto Lo Gatto? «Più che un contrabbassista, sono un musicista cui piace suonare tante cose: dalla musica barocca alla contemporanea. Trovo musica in ogni aspetto della vita. In particolare la sento nella natura. E più estrema è la natura, più ci sento Musica. Da sempre frequento le montagne valdostane, e se non è musica quella? ».