«I numeri parlano. A volte. Gli assenti tacciono, invece. E i presenti hanno le loro ragioni. Pare. Ergo: chi oggi non c’è, sappiamo dove si trova. Chi oggi c’è, sappiamo dove vuole andare». Capita spesso che in un dibattito pubblico le cose più interessanti siano dette in separata sede. E’ successo anche il 15 febbraio, con l’attore Andrea Damarco a sintetizzare, in modo criptico ma acuto, il succo della tavola rotonda “SOS Culture” alla Cittadella dei giovani di Aosta.
A spingere l’associazione Patoué eun Mezeuca ad organizzarla è stata la decisione dell’Assessorato regionale ai beni culturali di esternalizzare, tramite una gara d’appalto, l’organizzazione della Saison Culturelle.
«Una decisione che ci trova allibiti. – ha esordito il musicista Vincent Boniface– Anche perché sarebbe legata alla mancanza di personale. Com’è possibile non si possa sostituire chi va in pensione?»
Come ha, infatti, ribadito l’Assessore Jean- Pierre Guichardaz in un post Facebook pubblicato in contemporanea alla riunione: “in pochi mesi sono andati e andranno presto in blocco in pensione (meritatissima!) un bel numero di dipendenti che si sono storicamente occupati di organizzare e gestire la Saison (e come sanno tutti per sostituire il personale i tempi sono lunghi e i processi assunzionali complessi e non automatici). Ricordo che dal 2019 la Saison Culturelle è gestita pressoché interamente da personale interno, mentre prima la struttura aveva il supporto di fior di consulenti esterni che collaboravano all’organizzazione del Cartellone e alla programmazione».
Il pericolo dell’esternalizzazione, ventilato da Vincent, è che il bando venga vinto da “una società forte che ha una struttura simile alla nostra in un’altra città che crea una succursale in Valle d’Aosta, gestendo la rassegna in base a ragionamenti di tipo economico, coinvolgendo i così detti ‘artisti di cassetta’”. A farne le spese sarebbero, di conseguenza le proposte culturali di nicchia e quelle legate alla valorizzazione della lingua e delle tradizioni valdostane. «Ho sentito dire dell’idea dell’assessorato di fare una rassegna per gli artisti valdostani da chiamare “Saison Terroir”. Una specie di riserva indiana, che porterebbe ad una Saison Culturelle di serie A ed una di serie B».
“La cosiddetta esternalizzazione– ha precisato nel suo post Facebook Guichardaz- è legata alla necessità di ricondurre alla Regione funzioni di indirizzo, di organizzazione e di gestione del Teatro Splendor, lasciando che ad occuparsi degli aspetti tecnici e gestionali, della promozione, dei servizi (di facchinaggio, di accoglienza, di cassa, di assistenza di sala, ecc.) e di altri compiti amministrativi/contabili fossero soggetti strutturati e competenti del settore privato”.
Dopo che lo scorso anno aveva “commissionato” al dirigente della struttura Attività Culturali della Regione la procedura più opportuna, ha annunciato che prestissimo convocherà “una conferenza stampa per spiegare i contenuti della procedura di affidamento in appalto della gestione di alcuni servizi tecnici dello Splendor e del servizio di programmazione artistica della Saison (e gestione dei servizi connessi)”.
Tempi stretti, legati all’esternalizzazione già dal prossimo anno. Per l’affidamento della gestione del Teatro e delle attività artistico-teatrali della Saison per i primi due anni è stata, infatti, già prevista una spesa di 1.575.000 euro. Per il triennio 2025-2027 è stata, invece, preventivata una somma di 2.625.000 euro.
Sembrano, quindi, inutili le proposte lanciate durante il dibattito, come il presentarsi come un soggetto unitario per la gara d’appalto o la costituzione di un’ennesima Fondazione.
Lo ha sottolineato il Sindaco di Aosta Gianni Nuti che ha ribadito come il progetto dell’Assessorato regionale, approvato da tutta la Giunta, coprirà i prossimi due anni. Rassicurando che comunque, il capitolato di spesa del bando ha paletti stringenti che tuteleranno ogni realta. «La Saison Culturelle- ha detto-deve essere il punto di arrivo di progetti sul territorio che facciano crescere una sensibilità sulla salvaguardia delle tradizioni che le nuove generazioni non hanno. Dobbiamo approfittare dei due anni di esternalizzazione per lavorare insieme alla Cittadella ed al Giacosa in modo di intercettare un pubblico ampio che ci dica se valga la pena creare una nuova Fondazione o appoggiarci ad una delle fondazioni esistenti. Perché le Fondazioni sono, per altro ,anche dispendiose».
Come spesso succede in Valle d’Aosta, la risposta degli artisti locali al progetto di esternalizzazione della Saison e, più in generale, alla scarsa considerazione per la Cultura (da qui il titolo “SOS Culture”) è stata di cauta attesa. Solo una sessantina i partecipanti alla riunione e pochi gli interventi.
Tra questi il regista Livio Viano, che ha sottolineato il declino della qualità delle proposte teatrali della Saison, ed il giornalista Corrado Ferrarese che ha osservato come la Saison Littérature , fortemente voluta dall’assessore Guichardaz, non abbia offerto visibilità agli autori valdostani, facendo rimpiangere il Festival “Les Mots”.