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700 candele illuminano il viaggio di Fiorella Mannoia e Danilo Rea nella grande canzone italiana al Forte di Bard

700 candele hanno illuminato il palco della Piazza d’Armi del Forte di Bard dove la sera del 1° luglio la cantante Fiorella Mannoia ed il pianista Danilo Rea, per una tappa del Tour “Luce”, hanno inaugurato la 28sima edizione del festival Aosta Classica.

Erano candele elettriche. La fiamma l’hanno messa i due musicisti con un concerto ad alta intensità emotiva durante il quale hanno viaggiato nella grande canzone italiana. «Abbiamo il dovere di cantare queste canzoni per mantenerle vive. – ha detto prima del concerto Fiorella-Abbiamo scelto quelle che fanno parte della nostra vita.Non solo le mie, ma quelle con cui siamo cresciuti noi e chi ci verrà a sentire».

Dopo un medley di Rea che ha citato, tra gli altri, anche Dalla, De Andrè e Paoli, la Mannoia è comparsa fasciata da un abito rosso, su dei tacchi a spillo che a un certo punto si è tolta perché rischiava di inciampare. «Tanto la mia figura ormai l’ho fatta», ha detto.

E, tanto per stabilire il mood della serata ha snocciolato le sue “Oh che sarà”, “Come si cambia” e “C’è tempo”. Chiosando che «alla mia età il tempo diventa un bene prezioso, da non sprecare».

Conquistati i 1000 spettatori che affollavano la Piazza d’Armi, ha preso a maramaldeggiare con gioielli di De Gregori, Battiato, Pino Daniele, Paolo Conte, Dalla, Battisti e Vasco Rossiper arrivare a Cocciante. Quando avevo chiesto ai due a quale delle canzoni in scaletta fossero più legati erano stati concordi nell’indicare “Margherita”. «E’ uno dei brani che sicuramente ci accomuna, perché ci ricorda i nostri primi passi.- aveva risposto Fiorella- Danilo la suonò nel suo primo tour coi New Perigeo, Rino Gaetano e appunto, Cocciante, mentre io, cantandola, nel gennaio 1985 vinsi il programma televisivo “Premiatissima”. Ero in un momento particolare della carriera in cui dovevo scegliere in quale direzione artistica andare, e da lì partì tutto perché cominciai a collaborare coi grandi autori senza i quali non sarei qui».

La sequenza finale è stata appunto dedicata agli eccelsi risultati raggiunti collaborando con Enrico Ruggeri (“I dubbi dell’amore” e “Quello che le donne non dicono”). “Mica sarei andata via senza…”, ha chiosato. Per finire con “Che tu sia benedetta”, la canzone con cui nel 2017 è tornata al Festival di Saremo, con il pubblico in piedi accalcatosi sotto il palco ed omaggio floreale.

«Il calore del pubblico e la meravigliosa location impreziosiranno il concerto», aveva previsto la Mannoia.

Quali sono stati i vostri rapporti con la Valle d’Aosta?, avevo chiesto.«La conosco bene perché ci sono stata molte volte, anche in vacanza, a sciare.- ha risposto la Mannoia- È un posto che amo, meraviglioso, come tutto il nostro paese. Siamo stati baciati dalla fortuna ad essere nati in tanta bellezza».

E Rea: «La Valle mi riporta a due momenti per me importanti: il mio primo viaggio da ragazzo in macchina e l’emozione di aprire, nel 1988, una serata all’Arena Croix-Noire in cui suonavano i grandi Michael Brecker ed Herbie Hancock. Ma in Valle d’Aosta ho anche suonato più volte con Gino Paoli».

SCALETTA A BARD

1) Medley Rea

2) Ah che sarà

3) Come si cambia

4) C’è tempo

5) La donna cannone

6) La cura

7) Sulo pè parlà

8) Besame mucho

9) Quizas quizas quisaz

10) Mexico e nuvole 

11) Felicità

12) E penso a te

13) Insieme

14) Sally

15) Via con me

16) Margherita

17) I dubbi dell’amore

18) Quello che le donne non dicono

19) Che tu sia benedetta

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