« Mi piace il lavoro, mi affascina. Potrei stare per ore seduto ad osservarlo… »
Il 2 maggio 1859 nasceva a Walsall lo scrittore, giornalista e umorista britannico Jerome Klapka Jerome. Che fosse destinato al successo si poteva presagire dal fatto che il padre, Jerome Jerome, rispettato predicatore e agricoltore del Devon, vantasse l’insolito secondo nome di Clapp (tant’è vero che i suoi fedeli lo chiamavano ‘Padre Clapp’). Per Jerome junior gli applausi tardarono, però, ad arrivare. Vicissitudini familiari lo costrinsero, infatti, ad una “vita di radiosa incertezza che rivaleggia con quella del marciapiede”. Fino al 1886, quando la raccolta di articoli umoristici “Idle Thoughts of an Idle Fellow (Pensieri oziosi di un ozioso)” costituì il suo primo vero successo editoriale. Nel 1889 venne pubblicato “Tre uomini in barca(per non parlar del cane)”, che lo rese ricco e famoso. “Eravamo in quattro: George, William Samuel Harris, io e Montmorency.” Inizia così uno dei capolavori della comicità anglosassone, un libro che ha venduto milioni di copie ed è stato tradotto nelle lingue più diverse. Come ha scritto Angela Ragusa nell’introduzione al libro, “accanto a brani d’irresistibile comicità (come quello dello Zio Podger che deve appendere un quadro o delle peripezie delle due maleodoranti forme di formaggio che da Liverpool finiscono seppellite nella spiaggia di una città di mare che diventa, così, celebre, per la frizzante aria molto salutare per i malati di petto) ve ne sono altri di stampo più riflessivo, che spaziano dal mistico all’informativo. E nemmeno mancano episodi ispirati a realtà tragiche: per esempio, la triste storia della giovane annegata a Goring si basa sul suicidio di una certa Alicia Douglas, avvenuto nel 1887”. Anche in questo caso è la leggerezza a caratterizzare lo stile di Jerome. “Come ogni tanto capita ad alcuni di noi, aveva peccato…”, scrive, infatti, della suicida. “E dal suo tono- continua la Ragusa- risulta chiaro che, secondo lui, era stato il mondo a deludere la povera donna, non lei a deludere il mondo”.
Un ampio stralcio del libro è nell’ottimo blog QUADERNO DI UN BIBLIOTECARIO