C’è un minuscolo paese della Valle d’Aosta, una novantina di abitanti appena, che fa del suo suggestivo isolamento un’attrattiva turistica. Si tratta di Chamois, l’unico comune italiano totalmente privo di automobili (a benzina, perché ne circolano alcune a trazione elettrica). Fino al 1955, quando venne inaugurata la funivia che lo collega a Buisson (una frazione del comune di Antey Saint-Andrè che si trova sulla statale della Valtournenche), per raggiungere i suoi 1820 metri d’altezza occorrevano tre ore di cammino.
Quando nel 1964 , volendo favorire l’afflusso turistico, venne indetto un referendum per decidere se costruire una strada di collegamento con La Magdeleine o potenziare la funivia, l’80% degli abitanti scelse quest’ultima ipotesi, ribadendo così una vocazione turistica in controtendenza rispetto ai modelli di turismo di massa diffusisi nell’arco alpino. Scelta difficile, ma che oggi fa sì che le maggiori attrattive turistiche del paese siano la quiete e il contatto con una natura preservata dalla cementificazione che ha deturpato molte altre zone della Valle. Attualmente i 700 metri di dislivello che separano Buisson da Chamois si possono coprire in 5 minuti con la funivia oppure in qualche ora inerpicandosi lungo le 93 curve della storica mulattiera “Les Seingles”. Alla portata di tutti è il tranquillo sentiero, in gran parte ombreggiato, che, in un’oretta di tranquilla passeggiata, arriva a Chamois partendo dai 1.760 metri della frazione Corgnolaz di La Magdeleine. Per i più avventurosi, infine, c’è l’Altiporto, il primo realizzato in Italia (nel 1967), che, oltre che ai piccoli aerei, è aperto a chi pratica deltaplano e parapendio.