Tutta colpa (o merito) di un padre hendrixiano che lo ha chiamato Jimi. A quel punto la strada verso la chitarra elettrica era segnata. Di suo, il friulano Jimi Barbiani ci ha messo una buona dose talento che ha fatto sì che sia attualmente uno dei migliori chitarristi rock blues italiani. Coi “W.i.n.d.”, di cui è stato a lungo solista, si è, infatti, esibito nei palchi più prestigiosi d’Europa, suonando con gente come Eric Sardinas e Johnny Neel, tastierista della “Allman Brothers Band” e “Gov’t Mule”. «Il mio cuore e la mia anima sono pieni di blues. –afferma- Anche perché Frank Zappa ha
detto che se sai suonare il blues sai suonare tutto. Indubbiamente le mie influenze principali sono Hendrix e Duane Allman, ma amo anche Peter Green, Jimmy Page ed il Mick Taylor del periodo “Rolling Stones”. E’ stato cercando di imitarlo che ho cominciato a suonare la slide. Poi ho ascoltato il Duane Allman di “Statesboro Blues” ed ho capito che alla slide era veramente di un altro pianeta.» Con il suo nuovo progetto, la “Jimi Barbiani Band”, il 30 aprile il chitarrista ha chiuso la rassegna rock blues dell’Espace Populaire curata da Max Arrigo. Erano con lui il batterista Elvis Fior, il bassista Daniele Vicario ed il cantante J. C. Cinel già solista del gruppo hard rock “Wicked Minds”. I quattro sono stati protagonisti di un concerto coinvolgente, fatto di pezzi originali e classici del rock blues. La parte del leone l’ha, naturalmente, fatta la Gibson Les Paul 59 Reissue di Barbiani, come non mai “dolce come il miele ma capace di ruggire come una tigre”. “Barbiani- ha scritto Mauro Zambellini– è un chitarrista che negli Stati Uniti avrebbe un sacco di lavoro. Non si specchia negli assoli, ma è a disposizione del collettivo anche quando lascia partire i suoi riff micidiali. E’ caldo e fine, rigoroso ed hendrixiano, è un Guitar man coi fiocchi”.

siete abastanzia bravi, perche non andate a suonare a
reana del roiale AL MOLINO DA paolo