“Christmas Blues” è una sdolcinata canzone di Dean Martin, ma, anche, il nome di una sindrome che accompagna le feste natalizie di un numero crescente di persone. Il misto di tristezza, senso di solitudine e facile irritabilità che la caratterizza è conseguenza diretta della delusione che accompagna le ingannevoli promesse di amore e felicità della più crudele festa che ci sia. Il 23 dicembre scorso è stato Blues anche il Natale dell’Espace
Populaire di Aosta, nel senso, però, di una lunga jam session che, grazie a questo genere musicale, ha recuperato il senso primigenio della festa pagana che voleva scacciare l’oscurità misteriosa del periodo più buio dell’anno. Ad animarla è stato “Nandha Blues Band”, trio formato nella primavera di quest’anno dal chitarrista torinese di origine siciliana Max Arrigo con i valdostani Paolo “Barbhe” Barbero (basso) e Giuliano Danieli (batteria). «Il blues– spiega Arrigo- è sempre stato legato a riti magici fatti per scacciare realtà oscure, una delle quali, per i bluesmen, era la fatica della vita di tutti i giorni. Anche il nostro nome, Nandha, che si ispira ad una fattucchiera a metà tra realtà ed immaginazione, richiama la magia che cerchiamo di ricreare con una musica fatta con una formazione, il trio, che richiama anch’esso elementi magici come la triade o il triangolo.» Ad essere incantato dalla “voice in the night” il quarantatreenne Arrigo ha cominciato a 16 anni, vedendo il film “Mississipi Adventure” che raccontava la vita di
Robert Johnson, che la leggenda vuole si sia venduto l’anima al diavolo in cambio della capacità di suonare il blues in modo sublime. «E’un genere di musica che ti sceglie.-racconta Arrigo- Quel suono mi è entrato nelle ossa e mi ha stregato, è un’emozione che per me è diventata stile di vita.» Dopo aver scorazzato in giro per l’Europa con gruppi come “Voodoo
Lake” e “Shanghai Noodle Factory”, dal 2008 Arrigo è approdato in Valle per fare l’educatore. Da allora è per tutti “Blues Max” , per assonanza con il nome di una celebre discoteca locale. Ha fondato anche l’ “Aosta Blues Society”, gruppo aperto a tutti i musicisti e amanti della “musica del diavolo”, valdostani e non. Alcuni di questi hanno partecipato alla jam dell’Espace: da Beppe Barbera a Marco Brunet, da Luca Addario a Stefano “Steo” Trieste. Quest’ultimo e stato un “Sannidei” come gli attuali sodali di Arrigo, Danieli e Barbero, pulsante coppia ritmica che si è esaltata in un repertorio che nell’occasione è passato dai Gov’t Mule (32/20 e Thorazione Shuffle) a T Bone Walker (Stormy Monday), da Muddy Waters (Catfish Blues) a Elmore James (Dust my Broom). Ascoltandoli si è capito perché l’esperto Arrigo abbia scelto proprio loro per “keep on runnin” (continuare a correre) per le strade del Blues( che, nell’occasione, non potevano che portare alla conclusiva “Merry Christmas Baby” di B.B.King). «Le montagne valdostane– ha spiegato il chitarrista- danno molta energia positiva che cerco di riproporre nella musica. Il nostro è un “power trio” anche perché in tre si è tutti in prima linea e nessuno si può “imboscare” come nel quartetto. Tra noi c’è un “interplay” quasi jazzistico, non a caso, tra tanti classici blues e qualche pezzo originale facciamo, “Afro Blue” di John Coltrane. E, poi, il trio costituisce la base ideale per qualsiasi tipo di ospite, come quelli che parteciperanno alla jam o l’armonicista americano Hook Herrera, già con Allman Brothers e Willy DeVille, che prossimamente suonerà con noi.»