E’ una donna che ha molto amato la cantante brasiliana Marisa de Azevedo Monte, più conosciuta come Marisa Monte (nata a Rio de Janeiro il 1° luglio 1967). Due matrimoni, due figli e diverse relazioni importanti ne fanno solo intuire l’intensa passionalità che caratterizza anche scelte artistiche coraggiose e gran parte del suo repertorio.
Una carriera, la sua, iniziata precocemente grazie al padre Carlos, economista di origine italiana, che è stato direttore culturale della scuola di samba Portela di Rio. L’infatuazione per Maria Callas la portò ben presto in Italia, dove, nel 1986, si trasferì per cercare di diventare una cantante d’opera. Fu proprio in un club di Roma, dove si esibiva con il pianista brasiliano Jim Porto, che fu scoperta dal giornalista e produttore discografico Nelson Motta. E fu con la sua versione brasiliana di “E po’ che fa” di Pino Daniele (Bem que se quis) che, nel 1990, arrivò al successo in Brasile, dove, nel 1991, registrò il primo album in studio, “Mais”, con musicisti del calibro di Arto Lindsay, Ryuichi Sakamoto, John Zorn e Marc Ribot.
Da allora l’ascesa è divenuta inarrestabile, facendo di Marisa Monte la cantante brasiliana più rappresentativa degli anni Novanta. Successo estesosi, pian piano, in tutto il mondo, compresa l’Italia dove il singolo “Já sei namorar” ed il cd “Tribalistas” l’hanno, addirittura, portata alla ribalta del Festivalbar 2003. Titolari con lei del progetto “Tribalistas” erano Carlinhos Brown ed Arnaldo Antunes, suoi abituali collaboratori. Con quest’ultimo, in particolare, la Monte ha composto la bellissima “De mais ninguem”, canzone, tratta dal cd “Verde anil amarelo cor de Rosa e carvão” del 1994, a cui collaborarono Philip Glass, Gilberto Gil, Laurie Anderson e Nanà Vasconcellos. “De mais ninguem” è, probabilmente, la sintesi migliore delle “memórias,crônicas e declaracões de amor” (dal titolo del suo quinto cd) che hanno contrappuntato la sua vita amorosa.
DE MAIS NINGUEM (Di nessun altro)
Se lei mi ha lasciato, il dolore è solo mio, non è di nessun altro.
Agli altri lascio la pietà io ho il mio dolore.
Se lei ha preferito essere sola, o ha già un altro amore.
Se lei mi ha lasciato, il dolore è mio, il dolore è di chi lo ha.
È il mio trofeo, è quello che mi è restato, è quello che mi riscalda senza darmi calore.
Se non ho il mio amore, io ho il mio dolore.
La stanza, la camera, la casa è vuota, la cucina, il corridoio.
Se tra le mie braccia, lei non si abbandona, il dolore è mio, il dolore.
Se lei mi ha lasciato, il dolore è solo mio, non è di nessun altro.
Agli altri lascio la pietà io ho il mio dolore.
Se lei ha preferito essere sola, o ha già un altro amore.
Se lei mi ha lasciato, il dolore è mio, il dolore è di chi lo ha.
È il mio lenzuolo, è la coperta è quello che mi riscalda senza darmi calore.
Se non ho più il mio amore, io ho il mio dolore
La stanza, la camera, la casa è vuota, la cucina, il corridoio.
Se tra le mie braccia, lei non si abbandona, il dolore è mio, il dolore.
Sfiora la pelle poi entra.