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DONNE MUSICA

SARAH JANE MORRIS: è eccitante cantare in luoghi pieni di Storia come il Forte di Bard

1 Sarah IMG_3721-MUSICASTELLE2013 - Sarah-Jane Morris (foto Enrico Romanzi)

1 Sarah IMG_3681-MUSICASTELLE2013 - Sarah-Jane Morris (foto Enrico Romanzi)Per la cantautrice inglese Sarah Jane Morris, che il 20 luglio si è esibita al Forte di Bard per Musicastelle in Blue, l’Italia è una seconda patria. Oltre ad avervi vinto, nel 1991, un Festival di Sanremo, in coppia con Riccardo Cocciante, ha, infatti, inanellato una lunga serie di esibizioni e collaborazioni. «Sono stata in così tanti posti che faccio fatica a ricordarli.- ha confessato prima del concerto- So che ho cantato anche in Valle d’Aosta e che mi è piaciuto molto.» Si riferisce all’”Aosta Blues & Soul Festival”, dove, nel 2009, aveva festeggiato i cinquant’anni con un intenso concerto incentrato sull’ultimo cd Where it hurts” che risentiva del dolore per la separazione dal compagno di una vita David Coulter (ex Pogues). «Il feeling con l’Italia– ha continuato- è dovuto al fatto che, nonostante i capelli rossi ed un un aspetto molto diverso, non mi sento giudicata, ma, piuttosto, accettata. Gli italiani sono bella gente, con una storia incredibile, buon cibo e tanta bella musica. E’ stato molto stimolante esibirmi con Cocciante, che ha una voce incredibile, e con Pino Daniele, grande cantautore. L’ho incontrato qualche mese fa a Londra ed abbiamo deciso di fare di nuovo qualcosa insieme il prossimo anno. E’ stato eccitante anche il cantare in luoghi pieni di storia come l’Arena di Verona ed il Teatro Greco di Taormina.»

1 Sarah Jane IMG_3749-MUSICASTELLE2013 - Sarah-Jane Morris (foto Enrico Romanzi)Anche il posto dove canterai a Bard è un antico Forte, che ne pensi? «Per i musicisti ed il pubblico è bello trovarsi in una bella cornice, ma non sempre questi posti hanno l’acustica adatta ad una band elettrica come la mia. Quanto ci canto sono catturata dal lato spirituale del luogo, ma, per il resto, do il 100% come in ogni concerto che faccio.»

Bravura a parte, la Morris si è, infatti, sempre caratterizzata per la passionalità delle interpretazioni che si riflette anche nell’impegno sociale che attraversa tutta la sua carriera, fin dagli inizi con gruppi politicizzati comeThe Republic. «Scrivo di ciò che provo per quello che vedo nella realtà che mi circonda. Non ho risposte, ma solo molte domande. Mi rifiuto di essere una pecora e continuo a scrivere canzoni pensando ai miei ascoltatori come a persone intelligenti. La cultura è l’unica via d’uscita dalla crisi attuale, perché più i governi tengono le persone nell’ignoranza più queste avranno paura le une delle altre e più cresceranno razzismo e omofobia

1 Sarah 998734_10201056292505993_1576075508_nSei inserita in una rassegna jazz, ma ti si può considerare una cantante jazz? «Non sono una jazzista nel senso tradizionale del termine. Prendo spunti da tutta la musica: dal blues al rock, dalla musica classica al jazz, per cui canto jazz ed alcune mie note sono jazzate come quelle di interpreti che ammiro e mi somigliano come Nina Simone e Tom Waits. Ormai, comunque, la maggior parte delle rassegne jazz in giro per il mondo vede protagonisti personaggi pop come Jamiroquai o Nile Rodgers.»

A Bard erano con la Morris Ivano Borgazi (piano), Martyn Barker (batteria), Tony Remy (chitarra), Michael Rosen (sax) and Henry Thomas(basso). La scaletta ha ripercorso la sua carriera, a partire dal duetto con Jimmy Somerville in “Don’t leave me this way” che nel 1985 l’aveva resa celebre. In bilico fino all’ultimo, invece, “Alleria” di Pino Daniele. «Non sono sicura di cantarla perché non so parlare bene l’italiano.- si era scusata Sarah- Non l’ho imparato perché sono molto pigra, una tipica pigra inglese.» 

Si ringrazia SIMONA CHERAZ e, per le foto del concerto di Bard, ENRICO ROMANZI e Notte notte notte

1 Sarah IMG_3761-MUSICASTELLE2013 - Sarah-Jane Morris (foto Enrico Romanzi)

2 commenti

  1. Grandissima Sarah Jane Morris. Solo una piccola precisazione: il teatro di Taormina è in origine greco, sebbene poi ricostruito dai Romani intorno al II sec. d.C.

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