“Non ne sapevo niente.- racconta Vecchioni- Poi un giorno mi hanno chiamato da un giornale e mi hanno detto: guarda che sei candidato al Premio Nobel per la Letteratura insieme a Dylan e Leonard Cohen.
Credevo scherzassero. Poi mi sono emozionato. Ne sono orgoglioso e sorpreso. Orgoglioso per me, naturalmente, ma anche per tutta la canzone d’autore italiana. Perché è sempre stata considerata un’ancella rispetto alla letteratura, qualcosa di serie B, e, invece, ha della grande letteratura dentro. Non devo fare io i nomi di De Andrè e di Dalla.
Finalmente è stata presa in considerazione una forma di letteratura diversa, ma egualmente significante. La poesia non è data dalla bellezza, dalla perfezione delle parole o del verso, ma da come arriva. E sfido i poeti, anche i più bravi, a scrivere testi come “Senza fine” o “La gatta” o “La donna cannone”. Con quella brillantezza e precisione. Sono poesie altissime.
Dopo l’annuncio non è arrivata alcuna reazione. A tutt’oggi aspetto almeno un “va a quel paese” di qualche letterato, poeta o scrittore. Non credo per invidia, è proprio che non considerano la cosa. Sul web, invece, sono arrivati più improperi che complimenti. Due, in particolare, li ritengo caratteristici ed orribili. Il primo diceva: “a quando la nomination di Pupo?”.E il secondo, invece: “sei la vergogna dell’Italia.” E, sotto, aggiungeva “maledetto interista”.
Dall’intervista a “CHE TEMPO CHE FA” del 6 ottobre 2013