Chiuso al pubblico ma aperto all’arte contemporanea. E’ quello che in questi giorni sta succedendo all’Omama, il Social Hotel di Aosta chiuso alla clientela per un periodo di riposo prima dell’inizio della stagione invernale, ma aperto fino a domenica per “Intermezzo”, l’esposizione di quattro artisti (Chicco Margaroli, Sarah Ledda, Marco Bettio e Nico Miyakawa) che in questi giorni con le loro opere ne hanno cambiato il volto.
Si tratta di in gran parte artisti che fin dall’apertura della struttura alberghiera di Alessandro Cavaliere ne hanno abbellito le sale.
La Margaroli che espone sei opere (Fiori fertili, Vasi domestici, La fretta delle cinque, Patto di Terra, Food Horizon e Margotte) ha, addirittura, curato la direzione artistica dell’Omama, cercando fin da subito di farlo dialogare con l’Arte.
Nella hall la valdosiciliana Sarah Ledda propone, invece, la sua trasposizione di fotogrammi catturati da film più o meno celebri della golden age hollywoodiana, che, filtrati dai suoi ricordi personali, inventano un’epica personale alternativa alla realtà. Ecco, quindi gli oli su tela “Me at the funfair” (fotogramma de “La Valle dell’Eden” con James Dean) , “The artist is present” (fotogramma di una bambina dal film “Attenti alle vedove” con Doris Day) e, soprattutto, il quanto mai attuale “This war talk’s spoiling all the fun at every party”, in cui sotto il viso di Rossella O’Hara, interpretata in “Via col vento” da Vivien Leigh, con caratteri vuoti, ha riportato la frase “Tutto questo parlare della guerra sta rovinando il divertimento ad ogni festa”.
Marco Bettio espone, invece, una parte del suo lavoro con gli animali che diventa una sorta di specchio, nel senso che nella relazione con l’animale troviamo spesso qualcosa di noi. I soggetti che più ama sono le scimmie e gli elefanti che, purtroppo, hanno spesso a che fare con la violenza del mondo del circo. Gli asini sono, invece, legati ad un progetto in fieri sul movimento.
Il ventenne torinese Nico(lò) Miyakawa, grande appassionato di disegno, con “Sketchbook” espone in piccole teche agende Moleskine che custodiscono i luoghi che ha vissuto, attraversato o forse solo immaginato. In “Madama Market” evoca, invece, colori e sapori del mercato torinese di Via Madama Cristina.
Al 1° piano dell’Omama sono allestite delle piccole tavole con lavori di ciascuno artista che testimoniano come l’Arte possa essere cibo che, più che il corpo, nutre la mente. Nella tavola di Sarah Ledda il fotogramma di un telefilm americano è triplicato con una scritta/discascalia, “Penso di non avere troppa fame”, che diventa una riflessione sul momento storico.
Bettio nel ciclo “Desiderio” ha, infine, riprodotto dei pasticcini legati ad un tempo della sua vita in cui ha cercato di dare un significato diverso al tempo riprendendo antichi rituali del giorno di festa.
Le opere sono visitabili dalle 18 alle 21, sabato e domenica dalle 18 alle 22.